Emanuele Artom, Torino ricorda il 71° anniversario dalla morte del partigiano ebreo

StoriaEmanuele Artom, Torino ricorda il 71° anniversario dalla morte del partigiano ebreo

di Alessandra Boga

È giunta alla sua quarta edizione la marcia che si tiene a Torino in data 25 marzo per ricordare la tragica morte del partigiano e storico ebreo italiano Emanuele Artom, avvenuta nel capoluogo piemontese lo stesso giorno del 1944, 71 anni fa. Artom, che non aveva ancora compiuto 29 anni, venne catturato dai repubblichini e torturato a morte nelle Carceri Nuove.

Lo slogan della manifestazione, promossa dalle Comunità ebraiche di Torino, Casale Monferrato, Vercelli e dalla Provincia del Verbano-Cusio-Ossola (VCO), dalla Comunità di Sant’Egidio (che ha curato i laboratori didattici in preparazione alla marcia) e dall’amministrazione cittadina con l’adesione dell’Anpi, era “Non c’è futuro senza memoria”. Hanno partecipato all’evento centinaia di persone, comprese molte scuole torinesi. La scuola ebraica secondaria di 1° grado della città – in cui possono iscriversi tutti, ebrei e no – è intitolata proprio al partigiano e gli alunni dell’istituto hanno aperto il corteo – partito dalla stazione Porta Nuova – con un grande striscione in memoria del giovane ucciso dai nazisti. Erano presenti personalità locali come la vicepresidente della Comunità ebraica Alda Guastalla, l’ex presidente Beppe Segre, numerosi esponenti del Consiglio Comunale e la consigliera dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Claudia De Benedetti - che con Eloisa Ravenna ha curato il testo "Emanuele Artom – Diari", 1966. Nel corteo faceva bella mostra anche il gonfalone della Città di Torino.

La processione è passata davanti alla scuola ebraica per poi raccogliersi in piazzetta Primo Levi, davanti alla sinagoga, dove un coro formato da allievi di quarta e quinta elementare ha accolto i partecipanti cantando la canzone “Shalom haverim”, di fronte al gonfalone della comunità.

I giovani hanno avuto un grande ruolo nella manifestazione: tra loro c’era anche un attore, che ha letto un brano dal diario di Emanuele Artom - considerato da un punto di vista sia letterario che storico-documentario, uno dei migliori testi della memorialistica partigiana in nostro possesso ed una testimonianza eccezionale delle conseguenze della persecuzione razziale sul mondo ebraico italiano. Ai giovani si è rivolto dai gradini della sinagoga il sindaco di Torino, Piero Fassino:“La Memoria è essenziale per conoscere e ricordare le tragedie che si trovano ormai alle nostre spalle, ma è soprattutto importante perché tutto quello che è stato non debba succedere più – ha detto. “Ricordiamo qui oggi il sacrificio di Emanuele Artom, ma anche di tutti coloro che con lui si sono sacrificati, e dei sei milioni di ebrei condotti alla morte dal nazismo”.

Dario Disegni, presidente della comunità ebraica torinese, sottolineando l’importanza del “ruolo dello studio, della scuola vissuta quale luogo di approfondimento, di dialogo, di formazione attiva, secondo un modello di impegno e di preparazione che Artom ha perseguito per tutta la vita”, ha promesso: “Continueremo dunque anche nei prossimi anni – insieme alla Città di Torino e alla Comunità di Sant’Egidio – a promuovere questa giornata in ricordo di Emanuele Artom, per imparare da lui ora e sempre che ‘non c’è futuro senza memoria’ e senza consapevolezza storica”.
Infine Daniela Sironi, la presidente di Sant’Egidio a Torino, tra i principali promotori della marcia, ha rivolto a sua volta un pensiero ai ragazzi presenti, ai quali ha ricordato che “Lo studio è la chiave della libertà, di un pensiero diverso. Emanuele Artom ha studiato sempre, anche quando era in montagna, non bisogna dimenticarlo. E vi incito ad amarla, la scuola, a difenderla e proteggerla sempre, perché la scuola è la casa della libertà”.

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