Approvato al Senato l'emendamento 1401 sull'aggravante del negazionismo per chi istiga alla violenza

StoriaApprovato al Senato l'emendamento 1401 sull'aggravante del negazionismo per chi istiga alla violenza

di Alessandra Boga

La storica decisione di cui si discuteva da tempo è arrivata: martedì 3 maggio – due giorni prima dello Yom haShoah  (Giornata della memoria e dell'eroismo della lotta al nazismo) in Israele, che ricorda la rivolta del ghetto di Varsavia e coincide con il 71° anniversario dell’apertura dei cancelli di Mauthausen e Gusen da parte dell’esercito americano – il Senato italiano ha approvato il reato di negazionismo della Shoà, ma anche dei genocidi come quello armeno, dei crimini di guerra o contro l’umanità. Più precisamente ha approvato l’emendamento 1.401 proposto da Nico D’Ascola (Ncd,) che prevede l’ “aggravante del negazionismo” rispetto alla legge Mancino del 13 ottobre 1993 – la quale condanna e punisce gesti, azioni, slogan e l’esibizione di simboli dell’ideologia nazifascista –. Tuttavia la norma non prevede la sanzione della negazione della Shoà tout court, bensì solo “se la propaganda, ovvero l’istigazione e l’incitamento commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoà o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra”. Insomma, viene punita l’istigazione a delinquere – che il giudice dovrà accertare – basata sulla negazione dello sterminio degli ebrei da parte dei nazifascisti.

 

Si tratta di una soluzione di compromesso – passata con 134 voti a favore, 14 contrari e 36 astenuti –, che comunque ha spinto la comunità ebraica romana ad esprimere “piena soddisfazione” per la decisione del Senato e a ringraziare “i senatori per il lavoro svolto”, auspicando “un rapido passaggio alla Camera per l’approvazione definitiva del testo senza ulteriori modifiche” – era stato tolto l’avverbio “pubblicamente”, introdotto in Commissione Giustizia per iniziativa dell’ex sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, che rischiava di fatto di affossare la legge ed impedire la soluzione dei processi in corso per negazionismo –.

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