I miei primi 50 anni da Maccabista

SportI miei primi 50 anni da Maccabista

di Aldo Astrologo

Ciò che segue è un articoletto autobiografico che riassume 50 anni di sport di un certo Aldino; questo è un sopranome ben "azzeccato" poiché il protagonista è di piccola statura e in passato si è spesso verificata la necessità di distinguersi da altre persone di nome Aldo presenti nella stessa squadra di calcio.
 
 
Come molti ragazzi il mio primo amore è stato il calcio, ma la prima occasione di praticare sport fu il tennis perché mio padre mi iscrisse a 12 anni ai corsi di tennis al Foro italico sotto la supervisione della sig.ra Sandonino, ex campionessa italiana. Dovevo riuscire discretamente se mi scelsero un paio di volte per mostrare in TV alcuni colpi e dopo un anno e mezzo la Sandonino mi chiamò dicendomi: "l'anno prossimo ti farò fare i tornei".
L'anno successivo, invece, non mi iscrissi perché mi prese la AS ROMA, l'associazione calcistica. E dire che sono laziale! Vengo, però, da
padre e zii sportivi: mio zio Giuseppe aveva anche giocato un paio di volte nella prima squadra della Lazio e mio padre Roberto, oltre che giocatore della Roma ragazzi, faceva parte dei "ragazzi di Fulvio" (Bernardini) nel reparto atletica; abbiamo ancora una bella foto di mio padre che taglia il traguardo.
 
Ma torniamo ad Aldino che, nel periodo in cui giocava con la Roma, assistette alle Olimpiadi del 1960 dove aveva visto un certo Berruti.
Fu così che mi iscrissi ai centri del C.O.N.I. per l'atletica leggera. Per alcuni anni venni scelto per andare a Formia, centro di
atletica nazionale, dove ho visto allenarsi campioni come Ottolina, Morale, Gentile, ecc.
La premessa è d'obbligo per spiegare che la mia prima Maccabiade è stata quella europea di Lione (Francia) nel 1963 in atletica.
All'epoca, il Maccabi nazionale era a Milano e il suo Presidente era il famoso Massimo Della Pergola.
In quella occasione, sotto la pioggia, vinsi i 100 metri juniores.Ci fu una contestazione perché alcuni dissero che mancava un iscritto
che non sapeva l'orario. Si trovò un compromesso, la gara non poteva essere ripetuta, e ci fecero fare una gara sugli 80 metri.
In quella gara arrivai terzo e così, con grande emozione per aver rappresentato l'Italia, presi una medaglia d'oro e una di bronzo.
Per premio Della Pergola mi regalò la tuta e mi scrisse una piccola dedica.
Era il 1963, alle Maccabiadi in Israele del 1965 mi presentai, ma per un disguido non corsi.
Nel 1969 sempre in Israele andai con la squadra di calcio. Perdemmo con la Francia e pareggiammo con il Brasile ma, ancora tra gli amici se ne parla,rimase famosa la partita con Israele che finì 0 a 0. Israele vinse il torneo, ma noi fummo l'unica squadra a non perdere. I nostri avversari presero tre o quattro pali e due traverse e Aldino rimase famoso perché in una azione solitaria quasi segnò. Ancora oggi gli amici ricordano le grandi parate di Settimio Pavoncello e il "quasi gol di Aldino".
Mi presi una piccola rivincita nel calcio a 5 nel 1983 ad Anversa quando vincemmo l'oro.
Pensavo che valesse la pena partecipare alle Maccabiadi solo in età giovanile, ma mi sono ricreduto quando ho visto le Maccabiadi a Roma. A quel punto non valeva solo il lato sportivo ma contava di più l'aggregazione, lo spirito ebraico, il sentirsi tutti come facente parte di un unico popolo e, se possibile, dare un contributo.
Così nel 2011 partecipai al tennis over 65 alle Maccabiadi di Vienna. Mi è andata anche bene perché ho preso la medaglia di bronzo.
Arriviamo al presente: Maccabiade in Israele, sempre tennis.
Questa volta gli avversari sono stati molto più agguerriti e alcuni veramente forti. Dal punto di vista sportivo non sono arrivato in zona medaglie, era impossibile; però ho salvato l'onore vincendo alcune partite.
Quello che è stato più importante, però, è stato lo spettacolo della sfilata a Gerusalemme con circa 80/90 nazioni con il pubblico plaudente, le autorità e in particolare il presidente dello Stato, Peres, i discorsi di Obama e Camerun (registrati) e la bellissima atmosfera. Poter vedere e parlare con americani, russi, argentini, messicani, australiani, sudafricani e tanti altri ancora, rallegra il cuore e l'anima. Veramente senti lo spirito dell' "Am Israel hai".!!! ("Il popolo d'Israele vive", N.d.R.).
Anche fra i singoli giocatori le relazioni sono state ottime: al primo arrivo ai campi sportivi per le gare dei Masters vedo l'austriaco che mi ha battuto in semifinale a Vienna due anni fa Vado verso di lui e gli chiedo: "ti ricordi a Vienna?" Mi guarda e tutto contento risponde: "Aldo, l'ottico, il mio migliore amico!"
Saluti, abbracci e presentazione delle rispettive mogli. E' veramente un piacere constatare che conoscenze anche occasionali rimangono vive e vere quando lo spirito è quello giusto. Ho avuto un'altra prova di questa mia sensazione giorni dopo con un australiano.
Eravamo nello stesso girone e una sera dovevamo giocare uno contro l'altro. Inizia la partita e mi accorgo che sul campo, quando sbaglia dice
paroline non gentili verso se stesso, ma ci mette l'anima. Ad un certo punto mi contesta un punto e al cambio campo me lo ripete.
"Nessun problema" ribatto io e lo invito a ripetere il punto precedente. Mi dà fastidio che pensi che possa aver "rubato" un punto e quindi lo ripeto. Con mia sorpresa è stata la moglie ad intervenire in mio favore: "Hai ragione tu, tranquillo". Rispondo che mi dispiace per quanto accaduto, ma lei mi rassicura di nuovo: "E' fatto così, ma gli è già passato".
Vero: vinco la partita e alla fine posiamo insieme per le foto; gli dico che mi sta simpatico perché come me, in campo ce la mette tutta
e se la prende con se stesso, ma finita la gara, amici come prima.
Sono le 22 e 30 e sta per partire l'ultima navetta per Tel Aviv, così con altri atleti, senza cambiarci e senza doccia saliamo tutti in pulman.
Qui la sorpresa più grande da parte del mio coetaneo australiano: comincia a cantare "O sole mio", poi insiste per cantare tutti insieme Arrivederci Roma e altre simili amenità. Naturalmente si finisce col cantare tutti insieme "Osè shalom", "Hava naghila", ecc.ecc.
Grazie a questo episodio in albergo ho stretto amicizia con molti australiani e perfino con il "big one" americano, vincitore incontrastato del tennis della nostra categoria, era felice di salutarmi.
Ho avuto attestazioni di cordialità da sudafricani, canadesi, americani, dopo pochi giorni eravamo tutti amici, anche con gli addetti all'ospitalità israeliana.
La serata finale della premiazione ad un certo punto molti di noi vecchietti ci siamo lanciati nelle danze e nell'immancabile hora
E' stata veramente una serata simpatica e voglio finire con una frase di una signora di circa 80 anni che chiedeva spazio perché doveva fotografare il marito perché: "Ha vinto, sapete, ha vinto una medaglia".
Mia moglie da dietro mi sussurra: "Dài Aldo, ancora puoi farcela."!!!
 
 
p.s.e così intanto sono cinquanta: 1963...2013

Documenti allegati

0 commenti 

Inserisci un commento 

*Per inserire un commento devi specificare il tuo nome e cognome ed il testo del commento.
Non e' possibile inserire link a siti web o indirizzi e-mail. Qualsiasi tag HTML verra' rimosso dal sistema. Qualsiasi termine ritenuto non adatto rendera' impossibile l'invio del commento.