Quello

CuriositàQuello "Stato razzista" che crea posti di lavoro per le donne beduine

di Alessandra Boga

"Stato razzista","Stato di apartheid": così spesso è definito Israele. Un'ulteriore dimostrazione del contrario viene dal Negev, nel sud dello Stato ebraico, dove la più grande compagnia telefonica del Paese, Bezeq Israel Telecom, ha aperto un call center (chiamato Rayan) all?interno di una moschea locale, la Arab Bedouine Mosque, dove le donne musulmane possono sentirsi libere di lavorare tranquillamente. Si tratta di un'iniziativa congiunta con il Ministero dell'Industria, del Commercio e del Lavoro, nel tentativo di combattere la disoccupazione tra le donne beduine che hanno una grande voglia di lavorare e di contribuire all'economia a fianco dei loro mariti, ma non ci sono posti di lavoro nei villaggi. Così molto difficilmente possono lavorare fuori di essi a causa delle "leggi" tradizionali e patriarcali che glielo vietano. Perciò, perché non creare posti di lavoro in una moschea, dove padri e mariti non avrebbero obiezioni a mandarle? " In questo modo anch'esse si sentiranno sicure, come se fossero a casa loro o nel loro villaggio", hanno spiegato i dirigenti del call center Rayan. E possono raggiungere anche posti di primo piano, diventare manager, anche non avendo nessuna preparazione iniziale. Bezeq Israel Telecom è attenta anche alle esigenze delle madri lavoratrici: se per caso hanno un bambino malato, le impiegate possono uscire e occuparsi dei loro figli. Il servizio disposto da questa agenzia telefonica è particolarmente utile perché, come hanno spiegato dal call center alla Reuters, solo circa il 20% delle donne musulmane che vivono in Israele lavora, e tra le donne beduine la percentuale è ancora più bassa: si aggira attorno al 15%. C'è da sperare che queste donne arabe a cui Israele ha dato lavoro abbiano ben capito che lo Stato dove vivono è tutt?altro che razzista, sebbene sui media arabi siano comparsi anche in questo caso commenti malevoli verso lo Stato ebraico. C'è per esempio chi non si stanca di riproporre il mantra del "complotto sionista", questa volta allo scopo di "catturare e schiavizzare queste donne, forse per farne futuri ostaggi israeliani"; oppure c'è chi tira in ballo l'Islam, affermando che le impiegate del call center (in generale le donne lavoratrici) "correranno maggiori rischi di promiscuità e di diventare infedeli". Lo hanno asserito due commentatori dall'Arabia Saudita, parlando alla tv Al-Arabiya, alla quale va il merito di aver reso nota l'esistenza del servizio telefonico nella moschea beduina (dove le telefoniste si esprimono correttamente in ebraico) . E tali commentatori hanno affermato questo perché si sa, per alcuni, Israele sbaglia sempre e fa ogni cosa per un secondo, bieco fine.

0 commenti 

Inserisci un commento 

*Per inserire un commento devi specificare il tuo nome e cognome ed il testo del commento.
Non e' possibile inserire link a siti web o indirizzi e-mail. Qualsiasi tag HTML verra' rimosso dal sistema. Qualsiasi termine ritenuto non adatto rendera' impossibile l'invio del commento.