Passo indietro dell'Egitto

AttualitàPasso indietro dell'Egitto

di Alessandra Boga

Alla fine del mese scorso i tribunali di Alessandria d’Egitto hanno vietato, dopo un procedimento giudiziario durato tredici anni, i pellegrinaggi annuali al mausoleo del rabbino marocchino Yacoub Abu Hasira situato nel vicino villaggio di Demto, sostenendo che i visitatori ebrei “violano l'ordine pubblico e la moralità e sfruttano l'occasione per profanare il paese d'Egitto”. In risposta al verdetto, Israele ha chiesto che la tomba di Abu Hasira sia trasferita a Gerusalemme. Le autorità egiziane hanno rifiutato.

Lo rende noto Ashraf Ramelah, con un articolo sul sito dell’Associazione di cui è presidente, “Voice Of The Copts”, “Voce dei Copti”.

La tradizione ebraica del viaggio fino alla tomba di Yacoub Abu Hasira risale al 1907. Ebrei da tutto il mondo (soprattutto da Francia, Marocco e Tunisia) compiono un pellegrinaggio di una settimana in questo luogo per celebrare la nascita del rabbino (avvenuta tra il 26 Dicembre e il 2 gennaio del 1805 nel sud del Marocco). L’Egitto, dove il religioso è morto, finora ha sempre permesso loro (tranne agli israeliani) tale pellegrinaggio, nonostante il paese abbia di fatto espulso tutti gli ebrei dall’epoca di Nasser (ne rimangono solo venti). Gli ebrei israeliani sono stati autorizzati a compiere la visita solo dopo il trattato di pace del 1979 sotto il governo di Sadat, che ha dato il permesso di recarsi al mausoleo e al santuario. La recente sentenza dei tribunali di Alessandria ha annullato tutto.

Inoltre ha anche ordinato al Ministero egiziano delle Antichità di rimuovere il mausoleo del rabbino Abu Hasira dalle registrazioni delle Antichità Egiziane, dov’è ufficialmente indicato come monumento storico. L’Egitto, denuncia Ramelah sul sito di “Voice Of The Copts”, con il suo clima di incessante pregiudizio razziale e paranoia nei confronti degli ebrei, sta praticamente sconfessando la storia ebraico-egiziana. In realtà il problema è la mancata accettazione del trattato di pace dell’Egitto di Sadat con Israele.

Dal 2001 è iniziato un acceso dibattito e l’opposizione (i Fratelli Musulmani in Parlamento) ha cominciato ad affermare che gli ebrei erano un problema per la sicurezza nazionale. Subendo il lavaggio del cervello con l’indottrinamento nelle moschee ed anche nella scuola pubblica, gli Egiziani tendono a credere che gli ebrei che vanno in Egitto da Israele siano spie del governo israeliano.

Dei cittadini, sostenuti dai deputati dei Fratelli Musulmani, hanno iniziato una causa nei tribunali di Alessandria e ottenuto che il pellegrinaggio venisse proibito. Ma la sentenza è stata impugnata e ribaltata lo stesso anno.

La questione, però, è continuata, facendo in modo che i tribunali egiziani decidessero sui monumenti e le antichità presenti nel paese, cosa che non hanno assolutamente il diritto di fare: ciò infatti spetta solamente al ministro della Cultura e agli esperti in materia. Inoltre, precisa Ashraf Ramelah, la sentenza dei tribunali di Alessandria contrasta con la Costituzione egiziana, che garantisce la libertà di religione e il rispetto per tutte le religioni. Le autorità israeliane hanno ora presentato una denuncia con l’UNESCO in cui il mausoleo è registrato come uno storico monumento egiziano.

 

1 commento 

  • da luigi russo Purtroppo era tutto prevedi le anche ora che c'è al Sissi al potere non cambierà niente i capi islamici conoscono bene la propria gente nessuno di loro vuole scontentare il popolo arabo islamico dando benefici alle etnie minori.
    In Marocco sta avvenendo la stessa cosa gli arabo islamici sono molto scontenti dei benefici che il re ha concesso agli amazigh e agli ebrei. Il futuro è già scritto. Saluti Alessandra

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