Pensieri di guerra

AttualitàPensieri di guerra

di Aldo Astrologo

In questi tempi martoriati, terza guerra mondiale a pezzi, guerre guerregiate, guerre asimmetriche, guerre in fieri, guerriglie, focolai di guerra ecc. si parla poco della guerra che ha tenuto per 50giorni tutta la stampa occupata: la guerra a Gaza.
Questo perchè c'è una tregua un pò più lunga che non si sa quanto durerà. In compenso c'è la guerra a parole, a mezzo stampa, propagandistica
e quella del BDS riguardo Israele.
Tutti hanno cercato di capire come potrà evolvere la situazione e prevederne le conseguenze.Nessuno è indovino, allora vediamo i fatti e le conseguenze.
È fuor di dubbio che la provocazione è stata da parte di Hamas, si può discutere se Israele ha trovato il pretesto di agire ma prima o poi l'avrebbe fatto.
Ha aspettato giorni prima di entrare nella striscia poi l'ha fatto e le critiche, a posteriori, non sono mancate: non doveva entrare, doveva ma non ha
concluso l'opera, la reazione è stata spropositata, ecc.
Il guaio è che Israele può vincere, ma non convincere e sopratutto, non riesce a vincere "la pace". Il guaio ancora maggiore è che riesce, non per sua
volontà, a coagulare tutto il mondo ma per averlo contro. Certo, è tutto opera dei suoi nemici che riescono a presentarlo sempre in una bruttissima luce.
Veramente inconcepibile come dalla Norvegia al Sud Africa vi siano masse urlanti scandenti slogan pieni di odio verso e solo Israele.
Ci sono vittime e morti maggiori in altri conflitti ma le manifestazioni sono solo contro Israele. Questo è indicativo, per quanto Israele cerchi di
spiegarsi, di fare il possibile per avvisare le popolazioni,è tutto inutile: sei assassino. Sanno tutti che Hamas vince se provoca più morti che può, ma
nessuno lo sottolinea. All'ennesima accusa di assassinio non ho potuto che rispondere: se è così, il mandante è Hamas. Non è una bella risposta, ma veramente Israele è solo, tremendamente solo. Ci si accorge di questo andando in giro per il paese e per il mondo; ma mai come in questi momenti si vede la solidarietà ebraica.
La diaspora cerca di farsi sentire, cerca di incoraggiare, cerca - facendosi vedere in Eretz - di dimostrare che il popolo è"uno".
Non sappiamo cosa accadrà, ma Hamas ha accettato la tregua quando sono stati eliminati alcuni suoi dirigenti, quindi deve prendere fiato e riorganizzarsi. Israele non sa che fare perché difficilmente riuscirà ad imporle il disarmo, si rischia cosi di tornare al punto di partenza, anzi peggio perché hanno promesso che la prossima volta si combatterà ad Ashkelon.

Conclusione: non si sa come, ma bisognerà dare un briciolo di speranza o di incentivo ad una popolazione che crescerà di numero e che può solo
debordare, cioè uscire e questo non deve essere a scapito di Israele. L'unico vantaggio, o meglio, speranza è che il mondo cominci a capire la animalità di certi movimenti e trovi la forza di reagire. Hamas, l'Isis, Al Qeida, Al Nustra, ecc. Tutte sigle che vogliono dire una cosa sola: morte all'occidente, morte agli USA, morte agli ebrei, morte agli infedeli. Se non è scontro di civiltà questo non so come chiamarlo. Anche ultimamente un
portavoce di Hamas ha ripetuto, rivolto agli israeliani: "come voi amate la vita, noi amiamo la morte".
Prescindendo che sicuramente la maggioranza della popolazione di Gaza vorrebbe vivere e prosperare, sarebbe da dire: andate ad amarla


Da haaretz del 10/8/14: one frustrated yazidi refugee told the New
Yorker:"In one day they killed more than two thousand yazidis in Sinjar and
the whole world says:
Save Gaza,save Gaza, 

0 commenti 

Inserisci un commento 

*Per inserire un commento devi specificare il tuo nome e cognome ed il testo del commento.
Non e' possibile inserire link a siti web o indirizzi e-mail. Qualsiasi tag HTML verra' rimosso dal sistema. Qualsiasi termine ritenuto non adatto rendera' impossibile l'invio del commento.