Alcune iniziative per il 27 gennaio - Giorno della Memoria

EventiAlcune iniziative per il 27 gennaio - Giorno della Memoria

di AA.VV.

Pubblichiamo volentieri alcune delle iniziative di cui abbiamo ricevuto la segnalazione. 

RICORDANDO LA SHOAH. INTERPRETAZIONI STORICHE E RAPPRESENTAZIONI LETTERARIE - GIOVEDÌ 23 GENNAIO 2020
Sala Facchinetti, ore 18.00 Tavola Rotonda
SALUTI ISTITUZIONALI: Alberto Jannuzzelli Presidente di Società Umanitaria
INTRODUCE E MODERA: Carlo Pagetti Professore di Letteratura Inglese (Università degli Studi, Milano)
PARTECIPANO: Alessandro Costazza Professore di Letteratura Tedesca (Università degli Studi, Milano)
Elèna Mortara Professore di Letteratura Angloamericana (Università degli Studi, Roma “Tor Vergata”)
Carlo Riva Giornalista e studioso di cultura ebraica


Commemorare il Giorno della Memoria nel 2020, ricordare la Shoah, lo sterminio del popolo ebraico, compiuto dalla Germania nazista e dai suoi alleati in Europa durante la seconda guerra mondiale, non può essere un atto puramente retorico, un’occasione per ripetere banalità e luoghi comuni, ma implica una conoscenza aggiornata delle problematiche connesse a un fenomeno così devastante e doloroso da mettere
in discussione la stessa idea di ‘modernità’, e da invitare al silenzio: “Sembra che niente, assolutamente niente, possa essere scritto sull’Olocausto, a eccezione del silenzio” (Agnes Heller, cit. in Bice Mortara Garavelli, Silenzi d’autore, Laterza 2015, p.88). D’altra parte, come ha sottolineato Sergio Luzzatto già nel 2010, parlando di “memoria oltre la memoria”: “Noi dobbiamo trasmettere ai posteri la memoria della Shoah, ma dobbiamo farlo, per così dire, senza conoscenza di causa, senza il terribile privilegio di averla vissuta.” (ora in Un popolo come gli altri. Gli ebrei, l’eccezione, la storia, Donzelli 2019, p.259).
Aldilà del logorio della memoria causato dal passaggio del tempo, Walter Barberis ha ribadito recentemente la supremazia di un rigoroso discorso storico, basato sullo studio dei documenti e delle fonti: “Il fatto è che memoria e storia non sono la stessa cosa, anche se l’una viene spesso intesa come sinonimo dell’altra […] La memoria fornisce delle tracce, indica delle piste investigative; la storia si propone – e dovrebbe – risolvere il caso, 

via S. Barnaba, 48 tel. 02.5796831
e-mail / umanitaria@umanitaria.it
website / www.umanitaria.it
milano / via S. Barnaba, 48
tel. / 02.5796831
e-mail / umanitaria@umanitaria.it
website / www.umanitaria.it
Identificare i colpevoli, svelarne i movimenti, spiegare ciò che è avvenuto, come e perché” (Storia e perdono, Einaudi 2019, p.30).
In ogni caso, affievolite o scomparse le voci dei testimoni diretti, i “sopravvissuti” di Primo Levi, a cui è spettato di raccontare l’esperienza indicibile dei “dannati”, coloro che sono morti nelle camere a gas o per le sofferenze subìte nei campi di sterminio, oppure sono state vittime della violenza pianificata degli Einsatzgruppen, i reparti speciali delle SS nell’Europa Orientale, spesso ci troviamo di fronte a un intreccio di
narrazioni che alternano autobiografia e immaginazione, cronaca storica e invenzione letteraria. L’incontro del 23 gennaio intende esplorare, sia pure in modo sintetico, questa area in cui confluiscono varie forme di scrittura e interpretazioni della Shoah: la testimonianza fittizia di
Binjamin Wilkomirski al centro di una celebre polemica letteraria (A. Costazza), la riflessione ‘indiretta’, ma intensa, sulla Shoah del grande romanziere americano Philip Roth, scomparso nel 2018 (E. Mortara), il percorso dello studioso israeliano Otto Dov Kulka, che, in tarda
età, rievocando la sua infanzia, abbandona la ricerca storica e ritorna alla ricostruzione autobiografica (C. Riva).
Carlo Pagetti

**********************************************************************************************************************************

 

Sabato 25 gennaio, presso il CINEMA TEATRO ASTRA di Calcio (in provincia di Bergamo), si apre la stagione dei concerti di STELLA BASSANI, interprete internazionale di canzoni popolari in lingua ebraica.L’evento, organizzato dall’assessorato all’istruzione e alla cultura del Comune di Calcio, si svolgerà in occasione della Giornata della Memoria 2020, ricorrenza celebrata ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell'Olocausto.Un concerto di ballate popolari, tradizionali e contemporanee, alternate a narrazioni storiche e citazioni letterarie tratte da testimonianze di sopravvissuti alla guerra e alla deportazione nei campi di concentramento come Saralvo, Bassani, Levi ecc.Stella (Iolanda Elena) Bassani inizia fin da bambina a girare con il nonno Cesare Galli, polistrumentista e direttore d'orchestra, nonché fondatore della Fisorchestra di Verona, respirando musica e diventandone piano piano parte integrante.Gira con lui l'Italia, la Svizzera, la Francia e altri paesi, ben presto imparando anche il significato del palco, del musicista e del pubblico.Crescendo inizia a scoprire il pianoforte, il solfeggio, la chitarra e soprattutto la voce. Soprano, con un'inclinazione naturale verso le note lunghe, inizialmente viene introdotta al canto lirico che, però ben presto, abbandona perché troppo competitivo e rigido.Stella ama anche la danza, il movimento fisico, il ballo.Infatti, attraverso le feste tradizionali della Comunità organizzate dal padre Italo (attivissimo a livello locale, nazionale e internazionale) conosce la musica TRADIZIONALE EBRAICA, antica e religiosa, ma soprattutto laica e vivace, tipica della terra mediorientale che ha conosciuto in Europa e nel mondo diverse contaminazioni.Dopo la scomparsa del nonno e anche del padre (il quale, dopo essere scampato al genocidio della shoah e che nel dopoguerra diventò Presidente della Comunità Ebraica di Mantova dal 1973 al 1985, all’età di soli cinquant’anni restò gravemente paraplegico a causa di un ictus) Stella Bassani – dopo essersi occupata per oltre dieci anni della cura del papà - decide di intraprendere un viaggio spirituale, e materiale, di conoscenza verso il suo popolo, facendosi da sola.Israele, l'Olocausto, il dolore ancestrale e la rabbia per ogni tipo di genocidio e discriminazione, la portano verso la sua lingua (l'ebraico) e la canzone popolare.Nel gennaio 2012, riceve una targa a Roma per l'impegno sociale, al Campidoglio, in occasione dell'evento ambientalista "UN BOSCO PER KJOTO" e viene invitata a numerose manifestazioni per LA GIORNATA DELLA MEMORIA.Nel gennaio 2013 pubblica il suo primo album, intitolato I GIARDINI DI ISRAEL, ed è subito un successo.Le maggiori associazioni e riviste ebraiche accolgono il progetto come importante e coraggioso, in un momento estremamente complicato dal punto di vista internazionale.L'album viene presentato nelle maggiori città italiane come Milano, Roma, Siena, Brescia, Mantova e Parma.Il repertorio di Stella Bassani è però ben più ampio: è stata invitata nelle maggiori feste tradizionali e ricorrenze. Come ad esempio a Verona - Giornata Europea della Cultura Ebraica 2013 e al Festival della Canzone Ebraica a Milano nel 2014.Il 9 novembre 2014 è uscita la ristampa di “I GIARDINI DI ISRAEL” con un nuovo titolo “TRA PACE E MEMORIA”, dedicato al 25° anniversario della CADUTA DEL MURO DI BERLINO.Nel 2015 ha partecipato al Festival Ascoli Holy Music, festival internazionale della musica per la preghiera, duettando con il trio gospel Anno Domini.Nel 2017 e nel 2018 è stata testimonial della Giornata Europea della Cultura Ebraica con concerti presso la Sinagoga di Mantova e Sabbioneta, sui temi “Diaspora: identità e dialogo” e " Storytelling".Nel 2019 ha realizzato il singolo " Vi hu da leolam teshev", cover del brano originale israeliano, riproponendolo in versione dance con arrangiamento di Dave Rodgers, presentandolo in tour in molte città d'Italia.Lo spettacolo, intitolato “I GIORNI DELLA MEMORIA: CANZONI PER NON DIMENTICARE”, avrà inizio alle 20.45 e sarà ad ingresso gratuito.
 

*********************************************************************************************************************************************

Per commemorare il giorno della memoria, Le Cameriste Ambrosiane porteranno in scena venerdì 24 gennaio uno spettacolo-concerto che ricorda una insolita orchestra: quella formata ad Auschwitz da 47 donne deportate, dirette da Alma Rosé, eccezionale violinista ebrea, nipote di Gustav Mahler. Di essa fece parte anche Fania Fenélon, musicista francese, arrivata al campo nel Gennaio del 1944. Fania Goldstein, in arte Fenélon, era una pianista e famosa cantante di cabaret. Quando arrivò ad Auschwitz scoprì subito che la musica avrebbe potuto salvarle la vita. Entrò così nell'orchestra del lager, tutta femminile, che aveva il compito di allietare gli ufficiali SS, accogliere i nuovi prigionieri e accompagnare le detenute al lavoro. L'altra protagonista è Alma. Lei si concentra sull'esecuzione. Deve essere perfetta, regalare momenti sublimi. Per questo è severa e costringe tutte a prove estenuanti. Entrambe le donne si devono confrontare col progressivo spegnersi di ogni senso di solidarietà e compassione tra le altre detenute, al loro chiudersi in drammatici egoismi dettati da scontri, ma soprattutto da fragilità e disperazione umane. Lo spettacolo è un viaggio tra le musiche e i vissuti di questa comunità umana, un cammino nelle tenebre illuminato solo dalla bellezza della musica eseguita, che diventa motivo di speranza, di memoria, di futuro. Fania infatti riuscirà alla fine a realizzare il suo sogno più grande: "Sopravvivere e ricordare per far sapere al mondo". In scena con Le Cameriste Ambrosiane anche l’attrice Silvia Giulia Mendola e il mezzosoprano Rachel O’Brien per una drammaturgia curata da Andrea Zaniboni. E’ prevista anche una replica mattutina dedicata alle scolaresche 

Milano, Teatro PIME, via Mosé Bianchi 94, ore 21 (Metro Lotto)

Ingresso € 16 intero / € 12 convenzioni / € 10 ridotto fino a 30 anni, maggiori di 65 anni e allievi scuole di teatro.

Posti disponibili 600. Possibilità di acquisto online

 

***********************************************************************************************************************************************

 

Prendete un allenatore di calcio ungherese in Italia che inventa il ritiro, la disciplina tattica e la preparazione atletica. Prendete l’Italia mondiale di Meazza e Piola. Prendete le bombe della Seconda guerra mondiale e un uomo che torna a Budapest, la sua città natale, a salvare gli ebrei dai lager fino al sacrificio supremo. Lo “Schindler del calcio”. Prendete un giornalista di valore come Claudio Colombo che racconta tutto ciò, col garbo e la sensibilità che lo contraddistinguono, nel libro Niente è stato vano. Sarà un venerdì sera molto intenso, quello di Vedano al Lambro, in cui la narrazione dell’autore sarà arricchita da proiezione di immagini in tema e reading di passi tratti dal racconto. Per non dimenticare.

Géza Kertész (1894 -1945) è un calciatore ungherese a fine carriera quando, a metà degli anni Venti, decide di trasferirsi con la famiglia in Italia per inseguire il sogno di diventare trainer. Quella che doveva essere una parentesi breve si trasforma in un’esperienza di vita: ­Kertész allenerà nel nostro Paese per quasi vent’anni, da nord a sud, in tutte le categorie compresa la serie A, attraversando le fasi di crescita di un fenomeno sportivo sempre più vicino alle masse, e come tale presto inghiottito dalla implacabile macchina propagandistica del regime fascista. Nel 1943, quando la guerra è nella sua fase più acuta, rientra in Ungheria, dove trova una realtà profondamente cambiata. Lui stesso, più maturo e convinto dell’ingiustizia che si sta propagando in Europa, si accorge di essere cambiato. L’inva­sione tedesca dell’Ungheria e la spaventosa caccia all’ebreo scatenata da Hitler lo spingono a una decisione rischiosa: l’adesione a una cellula clandestina di resistenti. Una scelta alta e profondamente umana che, nel nome di un ideale di libertà e di uguaglianza, lo porterà al sacrificio della sua stessa vita.
In appendice al romanzo, l’autore ha voluto inserire una serie di schede di approfondimento che inquadrano il periodo storico nel quale si ­muovono il protagonista e gli altri personaggi del libro (qui la relativa recensione)

Claudio Colombo (Monza, 1957), giornalista, ha lavorato al “Corriere d’Informazione”, alla “Gazzetta dello Sport” e al “Corriere della Sera”,
dove è stato responsabile della redazione sportiva e della redazione di cronaca lombarda. Attualmente dirige “il Cittadino”, storica testata di Monza e della Brianza. Per Meravigli edizioni ha pubblicato anche Milano in breve – 140 anni di storie della città in 500 notizie del Corriere.

 

0 commenti 

Inserisci un commento 

*Per inserire un commento devi specificare il tuo nome e cognome ed il testo del commento.
Non e' possibile inserire link a siti web o indirizzi e-mail. Qualsiasi tag HTML verra' rimosso dal sistema. Qualsiasi termine ritenuto non adatto rendera' impossibile l'invio del commento.