Gino Bartali Giusto fra le Nazioni. Cerimonia a Firenze

EventiGino Bartali Giusto fra le Nazioni. Cerimonia a Firenze

di Alessandra Boga

A due mesi dalla sua “nomina” a Giusto tra le Nazioni per aver salvato circa 800 cittadini ebrei dalla Shoà, Gino Bartali verrà celebrato ufficialmente Lunedì 18 novembre alle 10.30 nella Sinagoga di Firenze. Lo ha reso noto il portale dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), specificando che all’evento presenzierà il sindaco Matteo Renzi. Naturalmente parteciperanno anche i testimoni del coraggio del leggendario ciclista toscano, tra i quali l'ebreo fiumano Giorgio Goldenberg, che ha rivelato al giornale “Pagine Ebraiche” di essere stato nascosto in una cantina di proprietà di Bartali in via del Bandino a Ponte A Ema (Fi), luogo di nascita del corridore. Invitata alla manifestazione la sopravvissuta Giulia Donati Baquis, 91 anni, che ora vive in Israele e della quale sul web si trova una commovente fotografia con Andrea Bartali, figlio di Gino, incontrato alla cerimonia d’inserimento del padre nei Giusti Tra le Nazioni.

Lo Yad Vashem, il Museo della Shoà, nella motivazione per il conferimento del premio, ha ricordato la "rete ebraico-cristiana, messa in piedi a seguito dell’occupazione tedesca e all’avvio della deportazione degli ebrei, che ha salvato centinaia di ebrei locali ed ebrei rifugiati dai territori prima sotto controllo italiano, principalmente in Francia e Jugoslavia". In essa, Bartali ha agito “come corriere nascondendo”,  fra il settembre 1943 e il giugno 1944, “falsi documenti e carte nella sua bicicletta e trasportandoli attraverso le città”, dalla stazione di Terontola-Cortona fino ad Assisi, “tutto con la scusa che si stava allenando”. “Pur a conoscenza dei rischi che la sua vita”, continua la motivazione, egli “correva per aiutare gli ebrei. Bartali ha trasferito falsi documenti a vari contatti e tra questi il rabbino Nathan Cassuto e l'arcivescovo della città (di Firenze, ndr) cardinale Elia Angelo Dalla Costa", i leader della rete.

Proprio per essere entrato in contatto con l’associazione clandestina ebraica DELASEM (Delegazione per l'Assistenza degli Emigranti Ebrei), che fra il 1939 e il 1947 operò per la distribuzione di aiuti economici agli ebrei internati o perseguitati e della quale faceva parte anche il rabbino Cassuto, Gino Bartali rischiò l’arresto e si rifugiò per cinque mesi presso parenti ed amici a Città di Castello.

L’amico-rivale di Fausto Coppi era già noto per il suo impegno a favore degli ebrei in quegli anni. Nel maggio 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha consegnato alla moglie di Bartali, Adriana, la medaglia d'oro al valor civile postuma per il campione. Il 2 ottobre 2011, egli è stato inserito tra i Giusti dell'Olocausto nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova.

 

0 commenti 

Inserisci un commento 

*Per inserire un commento devi specificare il tuo nome e cognome ed il testo del commento.
Non e' possibile inserire link a siti web o indirizzi e-mail. Qualsiasi tag HTML verra' rimosso dal sistema. Qualsiasi termine ritenuto non adatto rendera' impossibile l'invio del commento.