Aperti al pubblico gli archivi della Repubblica di Vichy

StoriaAperti al pubblico gli archivi della Repubblica di Vichy

di Alessandra Boga

Grazie ad un decreto ufficiale, dal 28 dicembre è possibile consultare l’archivio del famigerato regime di Vichy, il regime instaurato nel luglio 1940 e durato fino all’agosto 1944 sotto il comando del maresciallo Philippe Pétain e di Pierre Laval, a seguito dell’armistizio della Francia con la Germania di Hitler. Durante questo periodo 70.000 ebrei francesi e 130.000 stranieri vennero rastrellati per essere deportati nei campi di sterminio tedeschi, anche attraverso vere e proprie brigate speciali – queste ricercavano pure i dissidenti politici, comunisti in primis –.

Il giorno più terribile fu il 16 luglio 1942, quando avvenne la retata del Velodrome d’hiver di Parigi: il capo della polizia di Vichy, Renè Bousquet, sguinzagliò 4500 poliziotti francesi che catturarono 12.884 ebrei – tra cui 4.051 bambini e 5802 donne – per rinchiuderli proprio nel Velodromo prima di farli salire sui treni merci diretti in Germania.

I documenti aperti al pubblico su quella pagina nera della storia di Francia sono oltre 200mila, tra quelli riguardanti il rastrellamento, i processi, i verbali di interrogatorio e persino le lettere dei delatori. Erano stati parzialmente visitabili fino agli Anni Settanta e nel 2008 una legge ne ha garantito l’accesso totale ai ricercatori, ma chiunque avrà la possibilità di leggerli. Tuttavia rimangono dei documenti secretati, per prendere visione dei quali sarà necessario chiedere il permesso alle autorità. Permesso che potrebbe essere negato per motivi di sicurezza nazionale.

 

(Nella foto, Adolphe Rosenthal ucciso dai nazisti nel 1941 a Parigi, in circostanze misteriose. NdR)

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