Un ulivo a Regina Coeli per ricordare il 16 ottobre

StoriaUn ulivo a Regina Coeli per ricordare il 16 ottobre

di Alessandra Boga

Il 16 ottobre si ricorda la deportazione da parte dei nazifascisti degli ebrei che vivevano nel Ghetto di Roma, deportazione di cui quest’anno cade il 71° anniversario.

Per commemorare tale tragico avvenimento, la sezione italiana della Keren Kayemeth Leisrael (KKL) Onlus, un'associazione internazionale che nei 110 dalla sua nascita ha piantato oltre 240 milioni di alberi e gestisce più di 100mila acri di boschi naturali, ha piantato lunedì 6 ottobre un ulivo proveniente dalle colline di Gerusalemme in un giardino all’interno del carcere di Regina Coeli. Perché proprio lì?

Perché dalla nota prigione sul LungoTevere iniziò per gli ebrei romani (già “schedati” su una lista a partire dalla promulgazione delle leggi razziali nel 1938) il triste viaggio che li avrebbe condotti fino alle camere a gas di Auschwitz-Birkenau. Solo 16 persone su 1.023 sarebbero tornate (15 uomini e una donna, Settimia Spizzichino, scomparsa nel 2000).

Alla cerimonia di posa dell’ulivo erano presenti alcuni ex deportati, i leader della Comunità Ebraica di Roma, l’ambasciatore dello Stato di Israele e diverse altre autorità.

"L’albero è forse, tra tutte le espressioni della natura, la più nobile”, ha detto il presidente del KKL Italia Onlus, Raffaele Sassun (nella foto mentre pianta l’ulivo insieme a due ex-deportati, Piero Terracina e Sami Modiano, ndr), “poiché è il solo che vince la lotta contro la legge di gravità, crescendo giorno dopo giorno nella direzione opposta, verso il cielo, senza però mai staccarsi da terra. L’albero, simbolo della continuità, crescerà e testimonierà alle prossime generazioni che quando c’è l’amicizia, quando c’è la fiducia, quando c’è la consapevolezza delle proprie ragioni, ogni miracolo è possibile”.

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