Ciclisti israeliani sulla stessa strada percorsa da Bartali GIno Bartali

SportCiclisti israeliani sulla stessa strada percorsa da Bartali

di Alessandra Boga

In questi anni è emerso che Gino Bartali non era solo il grande corridore che conoscevamo, amico e rivale di Fausto Coppi, ma durante la Seconda Guerra Mondiale e l’occupazione nazista dell’Italia, proprio correndo con la sua bicicletta portando nel tubo sotto la sella documenti falsi, tra il 1943 e il 1944 salvò ben 800 ebrei dalla deportazione, ottenendo poi vari riconoscimenti come un posto fra i Giusti tra le Nazioni da parte dallo Yad Vashem a Gerusalemme nel 2013. Il gesto di Bartali, scrive Il Messaggero, verrà omaggiato dalla Israel Cycling Academy, la principale squadra di ciclismo israeliana, che il 16 maggio, due giorni dopo l’anniversario della fondazione dello Stato ebraico e alla vigilia della tappa del Giro d'Italia con partenza da Ponte a Ema, paese natale del campione toscano, percorrerà i 185 km percorsi da Bartali in un solo giorno tra Firenze e Assisi per salvare vite umane rischiando la propria. Mentre trasportava passaporti falsi da una stamperia di Assisi per portarli al vescovo di Firenze che poi li consegnava agli ebrei da far espatriare, il ciclista venne pure arrestato dai fascisti del comandante Mario Carità, ma per fortuna non controllarono la biciletta.

Il coraggio di Bartali, il quale nascose anche in una casa di sua proprietà a Firenze un ebreo fiumano di nome Giorgio Goldenberg, è stato celebrato dal presidente della squadra israeliana di ciclismo, Ran Margaliot, il quale ha spiegato: “Mio nonno è stato uno dei primissimi ricercatori dello Yad Vashem. Da lui ho appreso che non bisogna dimenticare i torti subiti, ma al tempo stesso che bisogna dare evidenza alle azioni meritorie”, proprio come ha deciso di fare martedì con la sua squadra.

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