Olimpiadi 2012: l'Italia è l'unico Paese a ricordare gli atleti di Monaco 1972

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di Alessandra Boga

Qualche volta, almeno nello sport, possiamo veramente dirci orgogliosi di essere Italiani. L’orgoglio poi raddoppia, se allo sport si aggiunge ciò che dovrebbe essergli connaturato: la solidarietà e l’ “umanità”.

Così ci sentiamo fieri a pensare che il 27 luglio, solo il Coni abbia deciso di commemorare alle Olimpiadi di Londra il massacro avvenuto durante la manifestazione sportiva di Monaco nel ’72.

Il CIO ha infatti negato il minuto di silenzio per ricordare la famigerata strage compiuta dall’organizzazione terroristica palestinese Settembre Nero ai danni degli atleti olimpionici israeliani quarant’anni fa.

Il commando ( composto quasi esclusivamente da terroristi palestinesi, appoggiati dai “colleghi” tedeschi della RAF – Rote Armee Fraktion) fece irruzione negli alloggi degli atleti che rappresentavano Israele ai Giochi, ne uccise subito due che opponevano resistenza e ne prese in ostaggio altri 9. In seguito, durante un blitz della polizia tedesca per cercare di liberarli, vennero assassinati tutti, oltre a cinque fedayyin e ad un poliziotto.

Per questa triste ricorrenza gli atleti israeliani hanno sfilato con il lutto al braccio nella cerimonia di apertura delle Olimpiadi di quest’anno, ma Il comitato olimpico si è rifiutato di ricordarli con un minuto di silenzio.

Tuttavia nel villaggio degli atleti dove risiedono gli Azzurri, il presidente del Coni Gianni Petrucci ha dichiarato qualche giorno fa: “Vogliamo commemorare le persone che ci hanno lasciato a Monaco nel 1972 e per questo abbiamo deciso di dedicare nei prossimi giorni nel villaggio un minuto di raccoglimento. Mi sembra una giusta partenza". Perché in quell’Olimpiade, ricorda Petrucci “ci doveva essere la pace e invece ci fu un eccidio … Lo sport deve ricordare certi valori”.

Caro CIO, cari dirigenti sportivi palestinesi che avete protestato contro la presenza di Israele ai Giochi proprio in nome di una presunta “pace” e di un presunto “anti-razzismo”, cari atleti tunisini, sauditi e, arabi in genere, che vi rifiutate di competere con i vostri colleghi israeliani, è questo il famoso “spirito olimpico”. Quello dimostrato dagli italiani.

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