Ferrara, Festa del libro ebraico 2012

LibriFerrara, Festa del libro ebraico 2012

di Aldo Astrologo

Si è svolta a Ferrara dal 28/4 al 1/5 la Festa del libro ebraico in Italia con buona partecipazione di pubblico per le varie manifestazioni
ad essa collegate. Si poteva spaziare dalle visite guidate alle sinagoghe, alla degustazione di sapori ebraici-ferraresi, alle conferenze,
ai concerti, ecc. Questo per quanto riguarda l'ebraismo, ma Ferrara ospitava altre e svariate attività che hanno fatto sì che questa
splendida città brulicasse di gente in questi giorni di primavera; anche il tempo è stato clemente almeno fino a martedi pomeriggio
quando la pioggia ha fatto la sua comparsa.
Sarebbe lungo descrivere il tutto, ci limiteremo a mettere in rilievo l'interessante mostra "CHE BEL ROMANZO" dove attraverso
un mosaico di immagini e parole tratte da quotidiani,mperiodici e riviste del 1962, viene commentato il libro "Il giardino dei Finzi-Contini"
di Bassani. La mostra celebra il 50° anniversario della pubblicazione del romanzo e le varie recensioni del libro ricostruiscono un
interessante spaccato di storia italiana
Altro evento che verrà ricordato, il dibattito a quattro: questioni ebraiche, alcune riflessioni. Sono intervenuti: Stefano Jesurum,
Enrico Mentana, Sergio Romano e Riccardo Calimani; moderatore Guido Vitale (direttore di Pagine Ebraiche).
Come spesso accade, dal mondo ebraico della Diaspora si passa ai problemi medio-orientali dove si parla di Israele e Palestina.
A questo punto i soggetti si mischiano e le argomentazioni, sempre interessanti, si fanno più "stimolanti".
Per Sergio Romano, "Israele è una democrazia paragonabile a quella inglese in epoca coloniale: democratico a casa sua,
ma non fuori della sua abitazione". Mentana, figlio di madre ebrea, ma che non si riconosce come tale, dopo aver ricordato che
gli Stati hanno una evoluzione e così anche i popoli, non assolve la popolazione israeliana. Fà un paragone con l'Italia fascista
e la Germania nazista e afferma che non è l'argomento ebraico soprariportato dai media, ma sono gli ebrei che sono ipersensibili.
A questo, Calimani risponde di differenziare popolo e governo e ci mancherebbe che dopo la Shoà gli ebrei non fossero sensibili.
Per Jerusum, il tutto si compendia nel titolo del suo libro: "Israele, nonostante tutto."
Due parole di commento. Su questo incontro si sono avute subito critiche, commenti, opinioni diverse che sicuramente continueranno
e quindi avremo modo di tornarci, ma due cose vorremmo notare: 1) In una città con poche decine di ebrei, circa 70, l'afflusso di visitatori
alle sinagoghe, ai vari itinerari ebraici, alle conferenze è stato notevole anche di non ebrei. Quindi ai media o ai turisti l'ebreo incuriosisce.
2) Le conferenze non possiamo farle solo tra noi o con chi ci stà simpatico. Non si cresce se non ci sappiamo rapportare con gli altri
o le altrui idee; certo senza essere masochisti.
Alle prossime conferenze

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