Cinema9 novembre: "Mia zia Marina" per ricordare la Kristallnacht
di Dova Cahan
In occasione della ricorrenza della Notte dei Cristalli, il 9 Novembre 2016, la Shoah Film Collection (SFC) della VideoARTKoeln sotto la nuova edizione di "Darkness into light - ArtFilm in a Memorial Process" presenterà per la prima volta il film documentario "La mia visita a Ferramonti di Tarsia" 2016. Per lo stesso triste anniversario, l'anno scorso la SFC presentò il mio secondo cortometraggio "Mia zia Mina e suo figlio non tornarono mai più da Auschwitz". Questo film è stato poi proiettato in India e al Torrance Art Museum di Los Angeles. Insieme al primo è stato presentato da me a Bucarest e a Ferrara nel giugno 2016.
Questa lugubre notte (Kristallnacht in tedesco) è passata alla storia in seguito alle migliaia di vetrine di negozi, abitazioni, attività e sinagoghe degli ebrei distrutti completamente dalle SS del regime nazista. Il 9 novembre viene considerato uno dei più tristi eventi storici che gli ebrei subirono nuovamente come vittime di violenze ed ingiustizie da parte dei tedeschi perché fu l'inizio di una sistematica persecuzione antisemita con le deportazioni nei campi di concentramento e in seguito con la soluzione finale nei campi di sterminio.
Le violenze e le distruzioni furono ufficialmente “giustificate” come un atto di rappresaglia contro l’omicidio a Parigi del diplomatico tedesco Ernst vom Rath per mano di un giovane ebreo, Herschel Grünspan, ma naturalmente l’attentato fu solo un pretesto, poiché era già stato tutto programmato da Hitler e dai suoi accoliti. Anche il nome, “Notte dei Cristalli” fu attribuito dai nazisti in segno di beffa e umiliazione.
Non bisogna dimenticare la storia, poiché, come ci ha insegnato Primo Levi, chi dimentica è condannato a ripeterla. Per questo è importante il Giorno della Memoria, come ammonimento per tutte le generazioni future affinché si evitino ulteriori disastri nella nostra vulnerabile società. E per questo all’argomento sono stati dedicati numerosi documentari e filmati.
In questi ultimi anni mi sono dedica anche a produrre brevi documentari che prendono spunto da alcune pagine del mio libro “Un ashkenazita tra Romania ed Eritrea” che tratta, fra l’altro, anche l'argomento della Shoah in Romania, cosa che fu rinnegata fino al 2009. Inoltre, durante i viaggi che effettuo spesso, raccolgo testimonianze dai luoghi dove il nazismo ed il fascismo hanno lasciato le loro tragiche ed incancellabili impronte.
Il filmato su "Mia zia Mina..." è la storia della sorella maggiore di mia madre, Mina Segal in Hagher e di suo figlio Shmuel, che vissero ad Oradea in Transilvania, la quale, durante la seconda guerra mondiale, faceva parte dell'Ungheria. I genitori di Mina provenivano da una piccola città della Moldavia, nel nord della Romania. Lì non c’erano le SS tedesche, ma il generale rumeno Ion Antonescu era alleato della Germania e i suoi legionari collaborarono alla “Soluzione finale” sterminando la popolazione ebraica locale.
Negli anni 1935-1936, mia zia Mina incontrò un ragazzo ebreo di Oradea che venne a studiare lì ortodonzia. Da sposati si trasferirono a vivere nella sua città. La giovane coppia ebbe un unico figlio, Shmuel, che aveva solo cinque anni, quando insieme alla madre, quasi verso la fine della guerra, furono deportati ad Auschwitz e da lì non tornarono mai più. In Ungheria Adolf Eichmann iniziò ad organizzare il trasporto degli ebrei ai campi di sterminio nel1944 e Oradea divenne presto "Judenfrei", che significa "Senza Ebrei". Alla fine della guerra, quando il mio zio acquisito tornò, trovò la casa vuota e chiusa e la vicina gli disse che sua moglie e suo figlio erano stati presi dai nazisti tedeschi. Oggi le uniche attestazioni in loro memoria sono le due pagine di testimonianza che mia madre consegnò allo Yad Vashem a Gerusalemme, la “casa permanente” di tutte le vittime della Shoà.
3 commenti
- da Dova Cahan Grazie per aver pubblicato il mio articolo sulla Notte dei Cristalli e sul mio filmato..
- da Dova Cahan Grazie per aver pubblicato il mio articolo
- da Andrea Storace Ogni qual volta leggo testimonianze di quel grande orrore che si e' sviluppato cme un cancro impazzito in unica grande ed immensa metastasi, inghiottendo milioni e milioni di persone nel giro di pochi anni, mi si chiude la bocca dello stomaco ! Provo un dolore ed una rabbia immensa ..... Poi mi si delinea la figura svelta e possente di un Mercava 4 , e penso come l'olocausto sia stato il punto di non ritorno, e l'nizio peraltro sofferto, di uno Stato e di un esercito cui il Popolo di Israele anelava da ben 2000 anni !
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