Terezìn Artisti tra le ceneri

ArteTerezìn Artisti tra le ceneri

di Roberta Paoletti

Sarà in scena al Teatro Vittoria il 26 e il 27 gennaio lo spettacolo Terezín, Artisti tra le ceneri, di Matteo Ciocci, Alessio Moneta, Valentina Rizzi e Alessandra Verdura e con la regia di Francesco Brandi. Sul palco: attori Daniele Ponzo, Livia Lucina Ferretti, Federico Balzarini, Alessio Moneta,

Tiziano Ferracci, Giulia Elettra Illuminato, Francesca Marchionne, Renato Vizziello, Sebastian Gimelli Morosini e Emanuele Baldoni; soprano Jessica Loaiza; mezzosoprano Andrea Trueba; tenore Giorgio D’Andreis; basso Claudiano Colletti; pianista Lorenzo Carulli.

 

Terezín, Artisti tra le ceneri è una drammaturgia scritta da quattro ex allievi del corso formazione per Drammaturgo teatrale di Lazio InScena, Matteo Ciocci, Alessio Moneta, Valentina Rizzi, Alessandra Verdura, e liberamente tratta dal testo originale scritto nel gennaio 2014 dagli 11 allievi dello stesso corso con la supervisione della docente Marzia G. Lea Pacella. Il testo è frutto di un lavoro di documentazione e ricerca durato un anno e prende avvio da un’idea drammaturgica sviluppata da Guido Barbieri e Annalisa Pavoni, musicologi e musicisti.

La storia, realmente accaduta, narra le vicende di alcuni artisti ebrei deportati nel campo di concentramento di Terezín, alle porte di Praga. Inizialmente concepito come un ghetto per anziani e decorati della prima guerra mondiale, Terezín divenne ben presto un campo di concentramento per i Prominenten, le grandi menti ebree. Scienziati, artisti e letterati, uomini e donne noti alla platea internazionale e per questo più difficilmente deportabili direttamente nei campi di sterminio.

A Terezín per alcuni periodi fu tollerata e addirittura incoraggiata l’attività artistica dei deportati. Concerti e spettacoli vennero ripresi nel film di propaganda Der Führer Schenkt den Juden eine Stadt (Hitler dona una città agli ebrei) per rassicurare il mondo intero sulle condizioni degli ebrei nei campi di concentramento. Il testo, corale e di grande impatto emotivo, racconta come a Terezín, attraverso l’arte, sia stato possibile resistere alla brutalità delle condizioni di vita. Protagonisti del testo sono il coraggio e la forza di queste persone, capaci di affrontare l’annichilimento fisico e mentale della prigionia. A Terezín infatti le condizioni non erano migliori di quelle di altri campi, pur essendo un “campo di passaggio”. Epidemie, durissimi lavori forzati, pene corporali, fame, scarsa igiene, erano i veri nemici da sconfiggere quotidianamente. I convogli diretti ad Auschwitz, che partivano di continuo, facevano di Terezín l’anticamera della morte.

I protagonisti della drammaturgia sono Rafael Schächter, famoso direttore d’orchestra, Valtr, un suo corista con la fidanzata Vera, il grande critico e musicista Viktor Ullmann, compositore dell’opera lirica L’imperatore di Atlantide e il suo librettista, il talentuoso Peter Kien (poeta e ritrattista), la famosa pianista Alice Herz-Sommer e l’innovativa disegnatrice Friedl Dicker Brandeis, l’attore e regista Kurt Gerron, il comandante delle SS e un suo sottoposto. I musicisti di cui si narrano le vicende, tra i maggiori in Europa nella prima metà del Novecento, furono deportati da Terezín ad Auschwitz tutti assieme, tranne Alice, in un’unica notte. Era l’autunno del 1944 e il mondo perdeva in un soffio migliaia di artisti. Musica dal vivo, arte e sopravvivenza sono le centralità di questa drammaturgia.

Tanto è stato detto e scritto sui crimini del Nazismo ma questa è una vicenda diversa e spesso lasciata nell’oblio. Quella di Terezín è un arcipelago di storie, di vite umane che, nel grande dramma della deportazione, non hanno ceduto alle pieghe del male, ma hanno trovato nell’arte motivo di conforto. Per molti di loro, paradossalmente, la prigionia è stata una musa, dolorosissima ma sublime.

Questa storia, ignota a molti, è un importante spunto di riflessione sul ruolo della creatività nella reclusione. L’Arte restituisce l’umanità e si dimostra un’arma infallibile contro qualsiasi sopruso: è testimonianza di vita e non di morte.
 

Note di regia

L’atroce e al contempo sublime vicenda storica del campo di concentramento di Terezín contiene così tanti temi narrativi, spunti di riflessione e simbolismi che provare a raccontarla è come scalare una montagna altissima e impervia. Il nostro viatico è stata la musica, quella musica che a Terezín fu composta e suonata per urlare al mondo il dolore e la forza di non arrendersi. La musica sa parlare alla parte più profonda e nascosta dell'animo umano, sa emozionare, infondere coraggio e voglia di riscossa, sa lenire le ferite della storia e ammonire l’uomo affinché tali orrori non si ripetano. E gli artisti di Terezín lo avevano capito e per questo, nonostante fossero debilitati dalla prigionia, dalle privazioni, dalle malattie, dalla prostrazione psicologica e spirituale, concentrarono le ultime forze residue, e le ultime ore della loro vita, per lasciare all’umanità il loro unico riscatto possibile, la musica. Un linguaggio potente e universale per ricordare all'uomo che verrà, l’esistenza di un mostro altrettanto potente e universale: l’odio razziale che, purtroppo, nei giorni in cui proviamo il nostro spettacolo, è di così angosciante attualità”.

Francesco Brandi

Come nasce il progetto

Terezín, Artisti tra le ceneri nasce dall’incontro dell’idea dei musicologi e musicisti Guido Barbieri e Annalisa Pavoni con Lazio InScena, progetto di alta formazione professionale cofinanziato dalla Regione Lazio – FSE.

I nostri corsi, che hanno formato dal 2013 ad oggi drammaturghi, attori, scenografi, registi, coreografi, costumisti, macchinisti teatrali, organizzatori di eventi, ecc., sono poi confluiti in un’unica forma espressiva: la “rappresentazione teatrale” dal titolo omonimo che andrà in scena il 26 e il 27 gennaio al Teatro Vittoria.

Prenderanno parte allo spettacolo 5 allievi del Conservatorio di Musica “Santa Cecilia”, quattro voci soliste (soprano, mezzosoprano, tenore e baritono) e un pianista. La loro presenza, nata dal rapporto di collaborazione con il Conservatorio, arricchirà la valenza formativa e artistica del progetto.

Lazio Inscena nasce della collaborazione di enti promotori di vario tipo, già impegnati in campo formativo o dello spettacolo (Studionet srl, Ecostudi Roma e Lazio Proxenia Coop. Sociale Onlus, CEFMECTP, Dipartimento Architettura e Progetto dell’Università “La Sapienza” di Roma, Artifex srl, Enry B, Sosia&Pistoia).

Grazie alla professionalità raggiunta dagli allievi di quest’anno e da coloro che hanno frequentato i corsi delle edizioni precedenti, è stato possibile realizzare un progetto comune e raccontare un capitolo importante della Shoah.

 

Durata: 2 ore più intervallo.

 

Drammaturgia di Matteo Ciocci, Alessio Moneta, Valentina Rizzi, Alessandra Verdura

Liberamente tratta dal testo originale degli Allievi del Corso Drammaturgo teatrale di Lazio InScena:

Valentina Avvisati, Lorenzo Canarutto, Matteo Ciocci,
Francesca Cipriani, Marta Monacelli, Alessio Moneta,
Samantha Rinaldi, Valentina Rizzi, Laura Scuderi,
Andrea Silvestri, Alessandra Verdura

Regia di Francesco Brandi

 

 

con

 

Daniele Ponzo ………… Rafael Schächter

Livia Lucina Ferretti ….. Alice Herz-Sommer

Federico Balzarini ………… Viktor Ullmann

Alessio Moneta ………………… Peter Kien

Tiziano Ferracci ……………… Kurt Gerron

Giulia Elettra Illuminato ……. Friedl Dicker-

Brandeis

Francesca Marchionne ….. Vera Sommerova
Renato Vizziello …………… Valtr Eisinger Sebastian Gimelli Morosini …… Comandante
Emanuele Baldoni ………………………… SS

Jessica Loaiza ..……….… Soprano (Marion)

Andrea Trueba …….. Mezzosoprano (Hilde)

Giorgio D’Andreis ………... Tenore (David)

Claudiano Colletti ………….. Basso (Karel)

Lorenzo Carulli ….……… Pianista (Gideon)

 

 

 

Aiuto Regia di Paolo Amati, Elisabetta Bruni e Alessandra Tacconi

 

Scenografie di Diletta Maria Buschi, Simona Sabatelli e Pietro Zampetti

 

 

Al Teatro Vittoria:

  • 26 gennaio 2015 ore 21:00

  • 27 gennaio 2015 ore 10:30 (per le scuole)

  • 27 gennaio 2015 ore 21:00

Piazza di Santa Maria Liberatrice 10 (Testaccio)

Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

Per prenotazioni dal 12 gennaio su: www.lazioinscena.it.

 

 

 

Contatti

Ufficio Stampa Lazio InScena

Cell. +39 392.4426012

Fax. 06.764674

Mail: ufficiostampa@lazioinscena.it

Sito: www.lazioinscena.it

 

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