Inaugurazione a Firenze di una mostra in memoria di Guglielmo Vita

ArteInaugurazione a Firenze di una mostra in memoria di Guglielmo Vita

di Enrico Sartoni

        Il presidente della Accademia delle Arti del Disegno Prof. Arch. Luigi Zangheri è lieto di invitare la S.V. 
alla conferenza stampa della mostra
 
                                                                        GUGLIELMO VITA (1876-1955)

                                                 presso Sala delle Esposizioni dell 
Accademia delle Arti del Disegno
                                                                               Via Ricasoli 68, Firenze
                                                                             Giovedì 9 gennaio ore 12

                                                            La mostra sarà inaugurata sabato 11 gennaio ore 18.30
 
                                          aperta con il seguente orario: 9-13/17-19 – domenica 10-13 – lunedì chiuso 
 
Con la quale, in occasione dei 450 anni dalla fondazione dell’Accademia si intende dare vita al progetto Memoria. Una raccolta di archivi, fotografie e opere di artisti.
 
Per ulteriori informazioni 055 219642 cell. 339 2673755 info at aadfi.it 
 
 
Guglielmo Vita (1876-1955) fu uomo inquieto, partecipe e coinvolto ideatore di numerose imprese. La sua arte sembra testimoniare lo stretto legame con gli ideali della famiglia borghese (la celebrazione del successo del padre e della devozione della madre) e l’attrazione per un modo più libero e naturale fatto di lavoratori, anziani, pescatori. Riflessi, come il titolo di un suo quadro, espressi nella natura dei gesti e soprattutto degli sguardi che segnano in modo significativo molte delle opere. Vero artista poliedrico, Guglielmo Vita si distinse in numerosissimi campi dall’ingegneria (laura nel 1899) alla letteratura (dal 1919 al 1955), dalla pittura alla lavorazione del legno e del ferro. Nella sua architettura dal sottofondo silenzioso, in cui si dovevano costruire gli atti quotidiani per dare senso all’esistenza, fu interprete partecipe del momento storico in cui viveva. Oggi, non possiamo che apprezzare l’eleganza dei suoi volumi e delle sue decorazioni, documenti preziosi di un gusto ed una sensibilità non più presenti. Una storia complessa quella di Guglielmo Vita, che non si può racchiudere in poche righe introduttive. Il Vita polemico, sarcastico, elegante bozzettista, il Vita filosofico, Il Vita organizzativo (tanto efficace da ricreare una delle più raffinate realtà filologiche e filosofiche della Firenze tra le due guerre: l’editrice Rinascimento del Libro) sono tutti aspetti che soltanto una salda e solida prospettiva storica possono oggi mostrare nella loro umana profondità, nel loro civile espressione. L’Accademia delle Arti del Disegno è quindi felice di poter offrire al pubblico questo percorso umano che gli eredi hanno così generosamente contribuito a proteggere. Ecco anche il senso civile che la nostra istituzione ritrova nel condividere, nell’anno delle celebrazioni per il suo 450 anni dalla fondazione, questa esperienza di vita che da memoria familiare viene dischiusa al vasto pubblico senza l’intermediazione di ormai superate sovrastrutture ideologiche. Nella speranza che questo patrimonio visivo possa diventare una risorsa collettiva a cui l’Accademia volentieri darebbe voce, non possiamo non ricordare, con la stessa ironia con cui l’artista giocava con il proprio cognome, che “ars longa VITA brevis”. 
 

Biografia

Figlio di Virginio Vita, proprietario di una delle maggiori cartiere europee la Vita Mayer, GuglielmoVita nasce a Milano nel 1876 conseguendo, nel 1899, la laurea in ingegneria presso il Regio Istituto Tecnico Superiore. Trasferitosi a Firenze nel 1905 è iscritto, assieme a Lorenzo Viani, alla Scuola Libera del Nudo di Firenze entrando a far parte ufficialmente dell'ambiente artistico e intellettuale della Toscana di inizio secolo. Nel 1923 partecipa come membro dell'Ente Attività della Toscana alla "Mostra Toscana Novecentesca" al fianco di artisti quali Achille Lega, Plinio Nomellini, Giorgio De Chirico, Lorenzo Viani, Ardengo Soffici e Ottone Rosai, per poi collaborare all'interno del comitato generale alla "II Mostra Internazionale dell'Incisione Moderna", tenutasi a Firenze tra il 1926 e il 1927. La sua ultima esposizione documentata sarebbe stata la personale allestita nel 1931 presso la galleria d'arte "Per non dormire" che presentava insieme dipinti, bozzetti e fotografie in una mostra antologica che riassumeva tutto il suo lavoro di artista poliedrico. Per quanto riguarda invece le opere architettoniche e di arredo, queste sono riassumibili nei progetti delle ville di via Giambologna a Firenze, del 1923-'25, "Val Sia Rosa" e "Paolelli" a Civita Castellana, del 1926-'27, "Poggio Mirasole" a Malnate, del 1921-'22, "La Selva" a Bagno a Ripoli, del 1928, e "la Colombaia", come testimoniano i reperti fotografici firmati da autori quali Locchi, Alvino e Sommariva. Nel 1928, alla fine del suo breve mandato di presidente della Comunità ebraica inaugura il suo primo monumento pubblico dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale, tutt'oggi custodito nel giardino del Tempio di via Farini, cui avrebbero fatto seguito l'arco in onore dell'impero, del 1936, e i monumenti funebri del Cav. Settimio Saadun presso il cimitero monumentale di Caciolle a Firenze, del 1930, e di Virginio Vita, per il cimitero monumentale di Milano, del 1933. Inoltre, sempre nel 1928 avrebbe ultimato il saggio, oggi andato perduto, sull'architettura razionalista della Weißenhofsiedlung costruita a Stoccarda nel 1927 dal "Deutscher Werkbund", in una sorta di commento al catalogo Bau und Wohnung dell'esposizione "Die Wohnung". Abbandonata definitivamente l'attività artistica, Vita avrebbe infine scelto di dedicarsi a quella letteraria ed editoriale pubblicando numerosi testi quali I diari dell'amore, della vita e della morte, Umanità, divinità: Poemetti, 1944 - 45, Gerusalemme 5710, Roma 1950: atti di fede ansie di pace, Il libro di Gulì del 1955, C'era una volta: Fiaba in tre atti, vita a vita: Rime e ritmi 1892 - 1948, Da vita a vita: Rime e ritmi 1892 - 1948, Un vento impetuoso soffiò di Joel Palgi, fondando prima la "Tipocalcografia Classica" e rilevando poi il "Rinascimento del libro", oggi "Giuntina". Nel 1950, è tra i fondatori di "Amicizia ebraico-cristiana", assieme ad Angiolo Orvieto e Giorgio La Pira, facendosi poi promotore del «Centro Vita», attivo dal 1955 e con sede presso il villino di via Giambologna.  

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