Profughi palestinesi di Gaza in Grecia

CronacaProfughi palestinesi di Gaza in Grecia

di Alessandra Boga

Un articolo del giornalista pubblicista Riccardo Ghezzi, direttore responsabile del giornale online “L’Informale”, che tratta di Israele, del Medio Oriente e del mondo ebraico, ha svelato una sorprendente – ma neanche troppo – “scoperta” di un giornalista di Haaretz, Zvi Bar’el, il quale, dopo essere volato in Grecia per intervistare profughi siriani, si è trovato ad ascoltare le testimonianze di profughi palestinesi di Gaza. Ebbene essi, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare se ci si basasse solo sulla stampa europea o araba), hanno tutti riferito di essere fuggiti non a causa di Israele, bensì a causa del regime di Hamas sulla Striscia, impostosi violentemente nel 2007 dopo un’inattesa “vittoria” alle elezioni dell’anno precedente.

Tra i profughi palestinesi in Grecia, c’è per esempio un medico con la moglie e i tre figli, sospettato di slealtà nei confronti del gruppo terroristico islamico – per presunto “collaborazionismo” con Israele –; oppure un fumettista di cui conosciamo solo il nome, Ayman: racconta di aver tenuto a Gaza mostre delle sue opere, opere che però erano sgradite a Hamas. Gli è stato proibito di continuare a lavorare e poi è stato pure arrestato. In carcere è stato torturato e picchiato – dopo essere stato legato mani e piedi –, finché per le botte non è finito in ospedale, rimanendovi per più di un mese. Poi hanno arrestato suo fratello, per costringerlo a fornire informazioni su di lui. Ha conosciuto le torture in una prigione di Hamas anche Naji, un altro giovane di Gaza. Egli ha pure tentato il suicidio in carcere sbattendo la testa contro una finestra e appoggiando il collo contro un vetro rotto: si è ferito ed è stato ferito, ma non è riuscito a morire. I secondini l’hanno tirato via dalla finestra, e per quanto sembri paradossale, gli hanno salvato la vita.

La situazione di Gaza è drammatica, afferma Naji, che pronuncia parole che pesano come un macigno: “Gaza è all’orlo della guerra civile e nessuno sa cosa stia succedendo. Nessuno è interessato”.

Permangono le ostilità tra Hamas e l’ANP del presidente palestinese Abu Mazen, ma nemmeno lui preferisce accusare la prima riversando invece tutto il suo livore su Israele. Anche sotto il leader di al-Fatah vi sono stati arresti e sanzioni nei confronti di giornalisti, uomini d’affari e guardie di sicurezza palestinesi, che si erano “permessi” di criticare il potere e il presidente. In più, se da una parte sarebbero almeno 6.000 i palestinesi fuggiti da Gaza, ce ne sono circa 25.000 che attendono di espatriare. Magari non possono farlo a causa del fatto che, proprio per evitare l’invasione da parte di Hamas, l’Egitto chiude il valico di Rafah riaprendolo soltanto pochi giorni al mese e di fatto solo per far passare poche centinaia di persone.

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