Futuro Quotidiano:

CronacaFuturo Quotidiano: "Il dialogo del futuro"

di Aldo Astrologo

Si è svolta pochi giorni fa un'interessante riunione organizzata da una nuova pubblicazione - Futuro quotidiano - e il titolo dell'evento, "Il dialogo del futuro", era la lodevole intenzione di accogliere quante più voci possibili sui fatti tragici di Parigi.
Sono stati invitati: Eric Jolsef (Liberation), Lisa Palmieri Billig (vaticanista), Adinolfi Mario (La croce), Riccardo Pacifici (Presidente comunità ebraica di Roma), Shamir Al Qaryouti (arabo palestinese autodefinitosi "cananeo"), Yossi Bar (radio Israele), Padre Raffaele Pettenuzzo.
Ognuno ha potuto esporre le proprie idee liberamente e quindi si sono sentite le diverse impostazioni derivate naturalmente dal diverso punto di vista. Nella prima tornata gli interventi sono stati "buonisti " con ampio riconoscimento al "je suis charlie", anche se con piccoli distinguo.
Da rilevare la posizione di Pacifici che è per la libertà di espressione pur ribadendo che, dal suo punto di vista, il giornale lo disgusta perché attacca le religioni.
Diversa la prospettiva dell' arabo "cananeo" palestinese che afferma: non ci si doveva sentire offesi dalle caricature di Maometto perché per il Corano
non si può fare immagini del Profeta quindi quello raffigurato non è Maometto".
Mi sembra una curiosa impostazione, ma non c'è stata replica.
L'atmosfera si è riscaldata quando alla seconda tornata Pacifici ha introdotto il fatto che la comunità ebraica è andata alla Moschea di Roma, mentre
da parte mussulmana, benché invitata, non c'è stata risposta per una visita alla Sinagoga.
A questo punto si è svicolato sul Medio oriente con riferimento al conflitto israelo-palestinese e si è rischiato di rovinare l'atmosfera e la solidarietà tra gli invitati. Il coordinatore ha chiesto di tornare ai temi iniziale, tutti prontamente si sono uniformati, anzi Shamir ha proposto al Futuro Quotidiano di organizzare un incontro tra israeliani e palestinesi.
Riportiamo molto succintamente alcuni interventi. Il giornalista di Liberation fa un piccolo riassunto dei precedenti attentati in Europa. Quello di
Tolosa, dove tra gli altri , morirono tre bambini; quello in Belgio al Museo ebraico e descrive l'attuale atmosfera francese. Inoltre risponde a
Shamir, che chiedeva chi ci fosse dietro gli ultimi attentati: "Non bisogna cercare chissà chi, gli attentatori del giornale l'hanno dichiarato - siamo Al Qaida dello Yemen". Per Pacifici, che ricorda gli attentati suicidi dei bambini di 10 anni,  noi rifiutiamo di affrontare il problema interno.

Per Adinolfi bisogna sapere chi siamo e quali valori abbiamo. Cercare di capire l'altro e rispondere con la ragione.
Per Lisa Billig ci sono molte identità, dobbiamo vedere la realtà: non c'è libertà di pensiero, di religione in alcuni Paesi mussulmani. I satirici
non hanno mai ucciso, ma sono stati uccisi.
Per Yossi Bar ci siamo scordati della realtà, ora forse il mondo ha aperto gli occhi. Abbiamo un problema reale con una minoranza violenta; il
mondo mussulmano non si esprime abbastanza contro questa minoranza. Trovare una via per dialogare e sentire la voce dei mussulmani moderati.
L'intervento di Padre Pettenuzzo è incentrato sulla condivisione. Ricerca del modo migliore per convivere insieme; per un dialogo del futuro da che
cosa si può partire? L'elemento comune è la ragione, la violenza è fondamentalmente irrazionale, la pace è un patrimonio dell'umanità.
Ragione e fede ci devono guidare.
Si è cercato di dare dei punti fermi e in definitiva si è cercato di trovare dei rimedi chiaramente ideali; quindi bisognerebbe avere più responsabilità
specialmente dai giornalisti, trovare interlocutori credibili,combattere l'ignoranza,difendere i nostri valori,credere nella pace e nel dialogo anche
se è difficile.
L'unica nota non messa a fuoco è stata l'affermazione: se è minacciato un bene comune,ci può essere un intervento.
Il che ci rimanda tutti al punto di partenza,che fare?

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