A 17 anni costretto a fuggire e a nacondersi

CronacaA 17 anni costretto a fuggire e a nacondersi

di Alessandra Boga

Avevano fatto scalpore le dichiarazioni del diciassettenne arabo-israeliano Mohammed Zoabi, che aveva espresso pubblicamente in diversi video il proprio sostegno ad Israele, definendosi un fiero “sionista arabo e musulmano”. L’ha fatto anche quest’estate, quando sono stati rapiti e uccisi i tre ragazzi ebrei di cui aveva chiesto la liberazione, due dei quali erano suoi coetanei, chiesto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di riportarli a casa e di smettere di negoziare con i terroristi.

Ebbene, purtroppo non stupisce che di recente questo coraggioso adolescente abbia dovuto nascondere la propria identità e fuggire per aver ricevuto minacce. La polizia ha anche scoperto un complotto per rapirlo da parte dei suoi stessi parenti.

Essi hanno progettato di portarlo in una città controllata dall’Autorità Nazionale Palestinese in modo di “dargli una lezione”, facendogli vedere che cosa accade quando un arabo si mostra fedele allo Stato d’Israele, anche se è suo cittadino. Sperando così di fargli cambiare idea.

Tre familiari del ragazzo, tra i 40 e i 60 anni, sono stati arrestati nel giugno scorso a Nazareth (proprio nel periodo in cui sono stati rapiti e assassinati i tre adolescenti ebrei) e anche sua madre (che pure l’ha difeso) è stata convocata per un interrogatorio.

A causa della natura delle minacce contro Mohammed la polizia e il Ministero della Pubblica Istruzione avevano preso la decisione di mettere degli agenti di sicurezza a proteggere lui e la sua scuola.

Il giovane ha una (tristemente) nota cugina nel Parlamento israeliano, Hanin Zoabi, la quale odia lo Stato che dovrebbe rappresentare e ha condannato il sostegno del cuginetto allo Stato ebraico (mentre lui l’ha criticata in uno dei suoi video). Per la parlamentare i rapitori e assassini (appartenenti a Hamas e a loro volta uccisi dall’esercito israeliano) di Eyal Yifrach, Naftali Frankel e Gil-ad Shaar non erano terroristi ma “combattenti contro l’occupazione”.

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