Un pensiero e un augurio

AttualitàUn pensiero e un augurio

di La redazione

Le Festività di qualunque religione e/o cultura, soprattutto quelle che si addensano intorno al cambio dell'anno, stimolano riflessioni, bilanci e pensieri dedicati a chi è meno fortunato.

Ebbene, alla vigilia del Natale cristiano, noi della redazione di Ebraismo & Dintorni non possiamo non pensare a tutti quei fedeli perseguitati, soprattutto nei Paesi arabi, in particolare in Siria, Libano, Territori Palestinesi, Egitto e Arabia Saudita. In quest'ultimo, in special modo, è vietato celebrare funzioni natalizie; vietati la produzione, il commercio e la consegna di pacchi che contengano segni cristiani, o anche solo la scritta "Buon Natale"; è vietato esporre perfino gli alberi, le candele o altri addobbi simili; è vietato scambiarsi gli auguri anche soltanto per telefono.

In Siria, in Libano, in Egitto, in Sudan, in Mali, in Iraq, nei Territori Palestinesi, in Afghanistan, e in tanti altri Paesi, gli uomini vengono uccisi, le donne violentate, le chiese vengono bruciate e i cristiani in genere sono sulla pericolosa via dell'estinzione. Mentre il mondo tace o si addirittura si rivolta dall'altra parte.

Che le luci dell'albero di Natale possano rischiarare, quindi, tutti quei posti "bui", portando calore e rispetto a chi ne ha più bisogno, nella speranza che l'anno prossimo chiunque vorrà festeggiare in pace e in armonia qualunque ricorrenza di qualunque religione potrà farlo in piena libertà e serenità.

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