A quarant'anni da una risoluzione Onu infamante II parte

StoriaA quarant'anni da una risoluzione Onu infamante II parte

di Daniela Franceschi

La storia aveva fatto in modo che due popoli, gli Ebrei e i Palestinesi, che avevano sofferto moltissimo, si trovassero a stretto contatto, così come era accaduto in altre parti del mondo.

Il mondo civile aveva giustamente decretato che l’Islam, una grande matrice culturale, non era una teoria razzista, anche quando era stato animato dal furore della conquista, poiché «incidenti tragici e spaventosi non mutano una delle grandi culture del mondo».

La deformazione storica cui si era assistito durante il voto all’ONU rappresentava «un’odiosa falsificazione che di solito è tipica di odiosi regimi», capace di «colpire al cuore la credibilità morale e politica delle Nazioni Unite, creando un grave pericolo».

Per l’autore, la decisione adottata era «assurda com’è nel suo squallore, nella sua insensatezza propagandistica, nel suo essere una pura e penosa bugia lontana dalla razionalità della storia e della politica», capace di spezzare «l’assemblea dei Paesi del Mondo come un pezzo di marmo che si rompe lungo una venatura sbagliata».

Nella parte conclusiva del suo contributo, Colombo citava l’esempio della «limpida dichiarazione di Pietro Nenni», che dimostrava come «il dovere urgente del rifiuto pesasse sulle culture del rinnovamento e più in generale sulle Sinistre democratiche».

In conclusione, Colombo esortava tutti a respingere «questo misfatto [...], altrimenti una brutta nebbia di falsificazione e di distorsione comincerà a salire, il nauseante sapore del ’39».

È interessante rilevare che nel suo commento, pubblicato dal «Corriere della Sera» il 12 novembre, il leader socialista Pietro Nenni aveva sì stigmatizzato con durezza il voto dell’ONU, ma aveva citato con chiarezza anche l’importanza della causa palestinese. Tale affermazione era il segnale evidente del cambiamento dell’atteggiamento del Partito Socialista Italiano verso Israele, evidenziatosi già a partire dalla Guerra del Kippur del 1973, quando la linea politica del Partito era divenuta progressivamente più simile a quella della Democrazia Cristiana. Furono soprattutto gli anni della Segreteria di Bettino Craxi a segnare un deciso impegno del Partito Socialista Italiano per il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.

Concludiamo questa analisi riportando integralmente le ragguardevoli parole del giornalista de «La Stampa» Guido Ceronetti sullo Stato d’Israele che «divide e inquieta, tutti farebbero a meno della sua esistenza se la sua esistenza non fosse la condizione della sopravvivenza di tutti. È uno Stato di grandezza insignificante che pone troppi problemi politici e morali e che fa alle Nazioni questo straordinario ricatto metafisico: “Se io sarò distrutto, anche voi, presi nello stesso vortice, lo sarete”. Perciò nessuno Stato è più di questo povero di amici»[18].

L’analisi delle modalità con cui «L’Unità» e «La Stampa» trattarono il tema della Risoluzione getta una luce sull’influenza che la politica estera italiana del secondo dopoguerra ebbe sugli orientamenti dell’opinione pubblica.

 

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Note

1 Confronta John P. Humphrey, The United Nations Sub Commission on the Prevention of Discrimination and the Protection of Minorities, «The American Journal of International Law», LXII:4 (October, 1968), pagine 869-888.

2 Confronta G. Pajetta, Socialismo e mondo arabo, Roma, Editori Riuniti, 1970, pagina 12.

3 Ivi, pagina 80.

4 Confronta C. Vercelli, Israele. Storia dello Stato. Dal sogno alla realtà (1881-2007), Firenze, Giuntina, 2007, pagina 18.

5 Anonimo, Una Risoluzione che non condividiamo. L’ONU, Israele e il sionismo, «L’Unità», 21 ottobre 1975;
Anonimo, Il nostro dissenso, «L’Unità», 12 novembre 1975.

6 Per la Guerra del Kippur, confronta T. Vecchietti, Le radici della guerra, «Rinascita», 12 ottobre 1973;
G. Boffa, L’errore storico di Israele, «L’Unità», 14 ottobre 1973.

7 Confronta M. Gh., Voti ideologici e concreti problemi politici, «L’Unità», 13 novembre 1975.

8 Confronta Lettere all’Unità. La mozione dell’ONU sul sionismo, «L’Unità», 25 novembre 1975;
Lettere all’Unità. Il sionismo e i diritti dei Palestinesi, «L’Unità», 3 dicembre 1975.

9 Confronta Anonimo, Il voto sul sionismo divide i Cristiani, «La Stampa», 28 novembre 1975;
Anonimo, ONU: passa la mozione condanna al sionismo, «La Stampa», 12 novembre 1975;
Anonimo, Una drammatica seduta, «La Stampa», 12 novembre 1975;
Anonimo, Il documento, «La Stampa», 12 novembre 1975;
Giorgio Romano, Dure reazioni al voto all’ONU sul sionismo, «La Stampa», 12 novembre 1975;
Anonimo, Messaggio del PI agli Ebrei, «La Stampa», 13 novembre 1975.

10 Confronta Carlo Casalegno, Un verdetto antisemita, «La Stampa», 12 novembre 1975.

11 Sul tema dell’antisionismo come antisemitismo, confronta Anonimo, Le origini naziste dell’antisionismo, «La Stampa», 1° novembre 1975.

12 Confronta Carlo Casalegno, Fanatismo all’ONU, «La Stampa», 19 ottobre 1975.

13 Confronta Giovanni Spadolini, Il sionismo, «La Stampa», 28 ottobre 1975.

14 Confronta Francesco Ruffini, Sionismo, «Corriere della Sera», 17 giugno 1920.

15 Confronta Anonimo, Un colloquio con Max Nordau, «Corriere della Sera», 29 agosto 1903.

16 Confronta Guglielmo Emanuel, Il sionismo e la sua crisi. I giudizi di Nordau e Marmorek, «Corriere della Sera», 6 settembre 1907.

17 Confronta Furio Colombo, La nebbia del ’39, «La Stampa», 13 novembre 1975.

18 Confronta Guido Ceronetti, I nemici d’Israele, «La Stampa», 13 novembre 1975.

 

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