Per la maggioranza degli egiziani, tutti gli ebrei sono perfidi. Anche quelli antisionisti

CinemaPer la maggioranza degli egiziani, tutti gli ebrei sono perfidi. Anche quelli antisionisti

di Alessandra Boga

L’Egitto è ufficialmente in pace con Israele dal 1979, ma è stata una pace “imposta dall’alto”, purtroppo non accettata dalla maggioranza degli egiziani – e che il presidente Anwar el Sadat ha pagato con la vita –.

Tuttora rimane una pace fredda. Perciò molti non hanno gradito la fiction che sta venendo trasmessa in Egitto in questo mese di Ramadan dal titolo “Il quartiere ebraico” del regista Mohamed el-Adl. E’ un telefilm pur di grande successo ambientato nel 1948, durante la prima guerra arabo-israeliana, che presenta gli “ebrei buoni” del Cairo; “buoni” perché nazionalisti ed antisionisti, contro il neonato Stato d’Israele, ma nonostante questo sono nate veementi polemiche, perché gli ebrei tout court sono in fondo considerati da sempre nemici dei musulmani e degli arabi, degli estranei nei loro stessi Paesi, dai quali – pur con alcune eccezioni – sono quasi spariti. E’ in ogni caso la prima volta in oltre 60 anni che una fiction egiziana rappresenta benevolmente gli ebrei autoctoni e per di più in un periodo festivo, quando il pubblico delle fiction è particolarmente numeroso.

Il quartiere ebraico” è un lavoro in 30 puntate la cui protagonista, Layla, è un’ebrea egiziana innamorata di un ufficiale musulmano, eroe di guerra, e in aperto conflitto con il fratello minore, che invece ha deciso di trasferirsi dal Cairo in Israele. Il film omette di parlare del ruolo del militari egiziani e di ciò che fece nel 1952 il futuro presidente Gamal Abdel Nasser, responsabile della cacciata di numerosi ebrei egiziani. Tuttavia esalta il clima di pluralismo che si respirava all’epoca nella capitale dell’Egitto; ma parlare bene degli ebrei è tabù, per cui i produttori di altre fiction e numerosi spettatori si sono irritati: sostengono che in quella gli ebrei appaiano migliori degli egiziani – come se loro non lo fossero –. Inoltre, dato che nella fiction i nemici sono i Fratelli Musulmani, messi recentemente al bando dal presidente Abdel Fattah el Sisi, qualcuno ha insinuato che si volesse esaltare l’alleanza dell’attuale capo di Stato egiziano con Israele.

Lo stesso regista della fiction ha tenuto a precisare che, per carità, il suo lavoro non è pro, ma contro Israele, da lui definito “il primo nemico dell’Egitto”, distinguendo quindi tra “ebrei” e “governo dello Stato ebraico”.

D’altro canto la serie è stata ovviamente elogiata dall’ambasciata israeliana al Cairo, ma la leader della piccola comunità ebraica della città, Magda Haroun, ha fatto notare alcune imprecisioni formali, come l’assenza di una Torah all’interno di una sinagoga oppure l’esaltazione del benessere degli ebrei egiziani negli Anni Quaranta. Poi c’è chi ha avuto da ridire su qualche abito femminile considerato troppo attillato per allora. Al di là delle polemiche però, molti sono ansiosi di sapere se la protagonista ebrea coronerà il suo sogno d’amore con l’ufficiale musulmano.

 

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