AttualitàTerremoto in Nepal, Israele in prima linea per gli aiuti
di Alessandra Boga
La comunità internazionale si sta mobilitando per inviare aiuti al Nepal devastato dal terremoto di sabato 25 aprile ed Israele è in prima linea, come sempre accade quando c’è da inviare sostegno umanitario a Paesi in difficoltà. Ha mandato già poche ore dopo il sisma 260 soldati dell’esercito, esperti in operazioni di ricerca e recupero (praticamente una delegazione dell’IDF).
L’unità è stata fondata nel 1983 ed è altamente qualificata per agire sia all’interno del Paese che fuori ed è composta principalmente da riservisti.
Inoltre è stato predisposto un ospedale da campo con 95 tonnellate di aiuti umanitari e ben 122 medici, infermieri e paramedici per la città di Kathmandu; vi sono reparti chirurgici e radiologici, ma soprattutto è attrezzato in ambito pediatrico e neonatologico, dato che le fasce più colpite dalle emergenza sono i bambini e gran parte della popolazione nepalese ha meno di 18 anni. In questa struttura possono essere curati fino a 200 persone al giorno.
L’equipe inviata in Nepal ha maturato esperienza in nei disastri avvenuti in Giappone, a Haiti e nelle Filippine.
Infine il governo israeliano sta provvedendo ad evacuare neonati nati da madri surrogate nepalesi e genitori israeliani. Tra loro ci sono anche coppie gay, perché la legge dello Stato di Israele permette di ricorrere all’utero in affitto solo a genitori eterosessuali, quindi gli omosessuali che desiderano avere un figlio, devono rivolgersi altrove. Il ministro degli Esteri ha autorizzato a partire anche 4 madri surrogate nepalesi che devono ancora partorire.
Intanto si teme per la vita di 50 israeliani dispersi nel Paese asiatico.
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