Anche quest'anno il 25 aprile sarà ostaggio delle organizzazioni palestinesi?

CronacaAnche quest'anno il 25 aprile sarà ostaggio delle organizzazioni palestinesi?

di Alessandra Boga

25 Aprile, alle celebrazioni di Roma ci saranno le associazioni filo-palestinesi ma non quelle ebraiche

Il 25 Aprile si avvicina con la solita ondata di polemiche, che spesso vede organizzazioni filo-palestinesi attaccare quelle ebraiche. Ebbene, la semplice logica vorrebbe che alle celebrazioni per la Festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, del quale gli ebrei furono le prime vittime, le organizzazioni a cui questi appartengono fossero presenti con ogni diritto, anche perché contribuirono alla Resistenza, invece no: l’Aned (Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi Nazisti) e la Brigata Ebraica hanno deciso di non esserci a ricordare il 70° anniversario dell’evento, perché non sono ben accette da organizzazioni che nonostante non abbiano nulla a che vedere con quel periodo storico italiano, parteciperanno alla manifestazione prevista a Roma il 25 aprile: organizzazioni come Fronte Palestina, Rete Romana Palestina, Rappresentanza Palestina in Italia (anzi, rifacendoci appunto alla storia, possiamo ricordare che il Gran Muftì di Gerusalemme, Hajj Amin al-Husseini, tra l’altro zio di Arafat, è stato amico e stretto alleato di Hitler nello sterminio degli ebrei).

L’Aned Lazio spiega in una nota: “Dopo lunghe ore di discussione conflittuale con le organizzazioni presenti, ANPI, Partigiani Giustizia e Libertà, CGIL, Partito Comunista, Rifondazione Comunista, Brigata Ebraica, Comunisti Italiani, Unione Studenti Italiani, Patria Socialista, Centro Sociale Acrobat, Centro Sociale Link, Fronte Palestina, Rete Romana Palestina, Rappresentanza Palestina in Italia, e altre molte delle quali non si capisce a che titolo presenti, discussioni in cui le minacce e gli insulti hanno prevalso, e hanno evidenziato gli stessi inaccettabili presupposti che, nelle passate edizioni, hanno dato luogo a veri e propri episodi di intolleranza, noi che rappresentiamo gli ex deportati, sommersi e salvati, nei campi nazisti, sia politici che razziali, non possiamo accettare che lo spirito e i significati del 25 aprile, della Resistenza e della Liberazione vengano così totalmente snaturati e addirittura fatti divenire atto di accusa contro le vittime stesse del nazifascismo. Non possiamo accettare che rappresentati della lotta partigiana, della Liberazione, siano messi al bando solo ed esclusivamente per intolleranza. Con grande tristezza nel cuore quest'anno, quindi, non ci potremo essere". L’Aned si riferisce ad un “burrascoso” incontro tenutosi presso la Casa della Memoria lunedì 30 marzo con tutte queste associazioni.

Si può ben capire la decisione delle due organizzazioni ebraiche, anche considerando un messaggio pubblicato sul web da Francesco Giordano, di Fronte Palestina, Rete di Solidarietà con la Palestina e Palestina Rossa.it : “Noi vogliamo che quest’anno, e per i prossimi, la bandiera di Israele non debba e non possa sfilare nei nostri cortei. … Quest’anno Israele NON sarà presente, tante bandiere porteranno tante ne bruceremo”.

Per completare il quadro, ricordiamo che l’Anpi (Associazione Partigiani Italiani), nella manifestazione romana per il 25 aprile 2013 aveva fatto abbassare la bandiera di Israele e (sostenuta da qualche filo-palestinese) aveva impedito di parlare ad Alberto Tancredi, presidente dell’Associazione Amici di Israele, Brigata Ebraica, e anche ora i suoi rappresentanti o non hanno detto nulla o hanno rilasciato dichiarazioni ambigue in merito alla non partecipazione delle organizzazioni ebraiche alla celebrazione di quest’anno, mentre quelle palestinesi possono partecipare.

 

 

 

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