25 aprile: festa della Liberazione o della Censura?

Attualità25 aprile: festa della Liberazione o della Censura?

di Ernesto S.

 Desidero esprimere tutta la mia indignazione per il ripetersi di episodi che ormai si verificano da diversi anni e che col passare del tempo diventano sempre più vergognosi.

Tanti, troppi sono coloro che vorrebbero ribaltare il senso della storia e per farlo cominciano dall'oscuramento di parte della Memoria. Di questa parola alcuni di loro si riempiono la bocca, per poterla usare meglio a proprio piacimento, per strumentalizzarla e deviarne il significato.

Questa mattina, 25 aprile 2014, come ogni anno si è tenuta la manifestazione per ricordare chi ci ha liberato dal nazifascismo. In altre città è andato tutto bene, la gente ha potuto sfilare pacificamente senza essere provocata né aggredita.

A Roma, invece, purtroppo non è andata in maniera altrettanto positiva: nel corteo che avrebbe dovuto ricordare i liberatori si sono insediati numerosi disturbatori di professione armati di bandiere palestinesi. Nel 1944-45 quando gli alleati, Brigata Ebraica compresa, e i partigiani combattevano per la nostra libertà, quel vessillo rosso nero bianco e verde non esisteva e lo zio di colui che inventò quel "popolo" circa vent'anni dopo, era alleato di Hitler e Mussolini.

Già di per sé questa indebita intrusione con tentativo di ribaltamento della storia sarebbe scandalosa. Purtroppo però c'è stato anche di peggio: per l'ennesima volta questi disturbatori si sono dimostrati talmente minacciosi che hanno costretto le forze dell'ordine (armate!!) ad interrompere gli interventi programmati per la giornata. E, guarda caso, chi è stato azzittito?

Dal palco sono riusciti a parlare vari rappresentanti delle Istituzioni locali e di alcune associazioni partigiane, ma quando è arrivato il momento di ricordare la Brigata Ebraica è calata la censura. “Per motivi di sicurezza è meglio interrompere qui”.

Motivi di sicurezza? Ovvero: “Se parli non posso garantire per la tua sicurezza”. Non è una minaccia di stampo mafioso? Possibile che sia permesso un lungo discorso sui problemi delle “casalinghe e dei disoccupati” (tout-court, come se invece del 25 aprile fosse il 1 maggio), ma non si sia potuto ricordare un gruppo di Eroi della Resistenza per paura di essere aggrediti?

Perché lo Stato italiano e le autorità cittadine permettono che la prepotenza di pochi facinorosi offuschi una parte dei nostri liberatori? Settant'anni fa questo si sarebbe chiamato fascismo.

L'oscuramento - voluto e ripetuto ormai da diversi anni - del notevole contributo della Brigata Ebraica alla nostra liberazione è una forma vera e propria di revisionismo storico e dimostra la veridicità dell'insegnamento di Primo Levi: chi non ha memoria del passato è condannato a ripeterlo.  

1 commento 

  • da Ernesto S. P.S. Tutto il mio rispetto e la mia stima vanno alla giovane M. che è salita sul palco e, con quel coraggio che a tutti gli altri è mancato, ha ricordato pubblicamente i Martiri della Brigata Ebraica.

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