Come l'antisionismo (e l'antisemitismo) stravolge i pacifisti israeliani

AttualitàCome l'antisionismo (e l'antisemitismo) stravolge i pacifisti israeliani

di Alessandra Boga

Una testimonianza che ha dell’incredibile: un’assurda dimostrazione del livello a cui può arrivare l’odio contro Israele e gli ebrei, anche in un Paese “amico” come gli Stati Uniti. Hen Mazzig è un ex soldato israeliano (ha militato cinque anni nell’IDF); un giovane che apparteneva al partito di estrema sinistra sionista Meretz, e ora è coordinatore dell’associazione filoisraeliana “StandwithUs”. Dopo il servizio militare si è trasferito negli Stati Uniti e ha scelto di andare nei college, nei campus e nelle chiese americane per parlare della moderna Israele e della sua esperienza di ragazzo cresciuto lì, in una famiglia ebraica, nello Stato ebraico, e che ha servito nel suo esercito. Ha spiegato a studenti e professori statunitensi la sua volontà di pace tra Israeliani e arabi e che la sua unità militare, la COGAT, promuove la società civile e si occupa dei bisogni dei Palestinesi non coinvolti nel conflitto. Inoltre sovraintende alla costruzione di infrastrutture mediche, scuole, strade, impianti idrici e al coordinamento delle attività di Sicurezza delle Forze di Sicurezza Palestinesi.

Hen, durante il servizio militare, faceva da intermediario tra le Forze di Difesa Israeliane e l’Autorità Palestinese, l’ONU, e molte ONG che lavorano nel West Bank.

Ma che fatica far passare il suo messaggio nelle scuole americane! In un campus, ha raccontato nel suo blog, una professoressa gli ha dato del “razzista” perché, da soldato israeliano, non aveva violentato una donna palestinese, né aveva sentito di alcun altro soldato israeliano che l’avesse fatto.

Il giovane non si aspettava di incontrare, dove si è stabilito, un così alto livello di “pazzia israelofobica”. Soprattutto nella più grande area di Seattle, Oregon e Berkley nelle cui università (UC Berkley, Stanford, Washington, Seattle e molte altre) ha parlato e risposto a domande ogni volta per oltre un'ora, davanti a più di 16000 persone.

Il “nuovo antisemitismo” è oltremodo introdotto nelle università americane dall’associazione Boycott, Divestment and Sanctions campaign (BDS), che passa come campione dei diritti dei Palestinesi, ma il cui vero scopo è minare il sostegno americano ad Israele e trovare il modo per eliminare lo Stato ebraico. Una delle principali idee sostenute da tale organizzazione, è il “completo diritto al ritorno” di tutti i discenti e affini degli originali profughi palestinesi, in pratica la distruzione di Israele in quanto Stato ebraico, facendolo diventare un luogo a maggioranza araba (che poi diventerebbe, in brevissimo tempo l'ennesima dittatura islamica).

In un evento di BDS a Portland, una docente dell’Università di Seattle ha sostenuto davanti a Hen Mazzig che gli ebrei di Israele non hanno diritti nazionali e che dovrebbero essere obbligati con la forza a lasciare il Paese. Quando Hen le ha chiesto dove avrebbe voluto che andassero, la professoressa ha risposto con calma che non le interessava dove gli ebrei sarebbero andati e che nemmeno le importava “se loro non hanno un altro posto dove andare. Non devono stare lì”.

L’ex soldato ha a quel punto ribattuto che la docente voleva una pulizia etnica degli ebrei d’Israele, cosa che naturalmente lei e i suoi sostenitori hanno negato.

Ma non è finita qui: una donna è intervenuta per ripetere a Hen Mazzig la solita accusa che viene mossa contro un israeliano: “Sei peggio dei nazisti! Sei come un giovane nazista” (“peggio” o “come”?). Tante volte Hen ha già subito insulti analoghi: gli hanno dato dell’assassino, (sebbene non abbia nemmeno ferito qualcuno nella sua vita) e anche del violentatore.

Nella stessa occasione di Portland, una docente è intervenuta per chiedergli se sapesse “quante donne palestinesi sono state violentate da appartenenti alle Forze di Difesa Israeliane”. E quando lui le ha risposto che, a quanto gli risultasse, nessun soldato israeliano aveva violentato una palestinese, la docente ha berciato che “voi dell’IDF non violentate le donne palestinesi perché gli Israeliani sono così razzisti e disgustati da loro che non le toccate”. Ricapitolando: anche nei campus americani (senza voler generalizzare) viene coltivata l’ideologia che gli ebrei (pardon, gli israeliani: non siamo mica antisemiti noi!) debbano essere cacciati dalla “Palestina”; debbano essere eliminati, perché sono degli assassini e dei violentatori di donne palestinesi, e, se non lo fanno, non è che i filopalestinesi abbiano torto, siano in mala fede o, ben che vada, siano malinformati: no, è solo che gli israeliani sono razzisti e fa loro schifo toccare le donne palestinesi! Insomma, gli ebrei (ancora una volta, pardon, gli israeliani: non siamo mica antisemiti noi!”) fanno comunque del male qualunque cosa facciano o non facciano, ai “poveri Palestinesi”.

Dopo questi incontri e l’ultimo in particolare, Hen Mazzig “è cambiato personalmente e politicamente”: le sue esperienze in America, l’hanno stravolto. “Non mi sarei mai aspettato di incontrare tanto odio e bugie”, scrive. “Non avrei mai creduto che tale anti-semitismo esistesse ancora, specialmente negli Stati Uniti. Non avevo mai saputo che il campo di battaglia non fosse solo Gaza, il West Bank, e gli ostili Paesi mediorientali che vogliono distruggere Israele e uccidere i nostri cittadini e soldati. Esso è anche in America, dove si deve lottare contro il pregiudizio e le bugie”.

E implora gli ebrei americani: “fate di più. Israele non può combattere questa grande battaglia da solo”. “Ebrei americani, svegliatevi!”( soprattutto contro l’organizzazione antisemita chiamata Boycott, Divestment and Sanctions campaign), è l’accorato messaggio di Hen Mazzig.

 

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