Commedia in minore di Hans Keilson

LibriCommedia in minore di Hans Keilson

di Elena Lattes

Nell'Olanda occupata dal nazismo una giovane coppia si trova quasi per caso ad ospitare un perseguitato ebreo. Di lui non sanno nulla a parte il nome, così come lui non sa niente di loro. I tre passeranno un anno di convivenza forzata, ma cordiale, in un crescendo di rispetto e di comprensione reciproca durante la quale, però, la paura, l'angoscia e il sospetto per ogni minimo rumore non li abbandonerà mai.

Commedia in minore” di Hans Keilson (Mondadori editore) è un racconto ispirato alla realtà, ma con una trama quasi kafkiana. L'autore fu costretto, come molti in quell'epoca, a nascondersi per non essere deportato nei campi di sterminio (dove invece finirono i suoi genitori), trovando ospitalità presso una famiglia di olandesi a cui è dedicato il libro.

A differenza della sua vicenda personale, il protagonista del libro non riesce a vedere la fine della guerra e la conseguente libertà, causando, involontariamente, non pochi problemi alla coppia ospitante. La storia si dipana in continui salti temporali fra il periodo della convivenza forzata e quello immediatamente successivo, sottolineando il forte legame fra i vari stati psicologici e creando così un continuum fra il “prima” e il “dopo”: quasi come in un gioco di parti di stile pirandelliano, la giovane coppia protagonista del romanzo si troverà, infatti, a doversi nascondere a propria volta e a trascorrere in clandestinità diversi giorni.

Una storia in cui l'angoscia della solitudine, della costrizione ad abbandonare una vita normale, della persecuzione e della minaccia di morte ingiuste è descritta talmente bene che si può toccare quasi con mano.

È, però, anche un racconto di “eroi per caso”, di gente “normale” che compie gesti di grande umanità, non per coraggio o per profonda convinzione o idealismo, ma perché vi si trova coinvolta e non sa o non ha la forza sufficiente per sottrarvisi. “Eroi" molto umani, persone comuni con i loro lati positivi e negativi, pieni di dubbi e di incertezze, che, nonostante l'enorme paura che li invade, cercano di condurre la solita vita (con qualche piccolo ma significativo errore), continuando a lavorare e a intrattenere i rapporti con tutti come se nulla fosse cambiato.

Nonostante i forti sentimenti i toni sono pacati quasi come se la gentilezza e l'apparente tranquillità potessero sconfiggere, da sole, la violenza, l'odio e il razzismo.

Sebbene la storia si svolga con lentezza, è un libro avvincente con interessanti e profonde descrizioni psicologiche; i dialoghi, limitati all'essenziale e alla quotidianità, sono quasi banali. Il linguaggio è semplice e ha un tono leggero da commedia, con frequenti punte di ironia.

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