Medicina e Shoah

EventiMedicina e Shoah

di Aldo Astrologo

Si è svolta recentemente a Roma, alla prima clinica medica del Policlinico, una interessante tavola rotonda: 1945-2015 Medicina e Shoah
settant'anni dopo Auschwitz. A parte i saluti delle autorità ci sono stati interventi veramente interessanti e vogliamo nominare i relatori: Livia Ottolenghi della Sapienza, Riccardo Di Segni Rabbino Capo della comunità ebraica di Roma, Antonio Pizzuti della Sapienza, Georg Lilienthal professore Gedenkstatte Hadamar, Marcello Pezzetti museo della Shoah, Gilberto Corbellini della Sapienza.
Sarebbe troppo lungo esporre le tesi e i resoconti, le relazioni presentate, per questo vogliamo solamente riferire l'impressione che più ci ha colpiti in questa proficua mattinata. Si è parlato di medicina, di genetica ed eugenetica, di eutanasia e della evoluzione delle buone pratiche cliniche e dei principi della bioetica.
Tutto questo che cosa c'entra o cosa interessa alla Shoah? Tutto si lega nella conoscenza umana perché le idee e la pratica attuazione delle stesse variano, mutano e sono applicate diversamente a seconda dei tempi e delle opportunità. Parlare della Shoah implica diverse problematiche ma una delle domande più frequenti è: "come ci si è arrivati, come si è arrivati a tale scempio e cambiamento di valori nel sentire umano"? Come risposta si tende a dare la colpa all'uomo cattivo che è riuscito a prendere il potere ed attuare quello che aveva scritto: Hitler.
Eppure questa risposta semplicistica è dettata spesso dal desiderio di facilitare un'esposizione completa, poiché tutti sappiamo che ci sono sempre dei passaggi per arrivare alla conclusione, il più delle volte omettiamo gli inizi.
Questo è soltanto un esempio perché sappiamo che il concetto della razza superiore è stato applicato per la prima volta negli U.S.A. Si parte da fine '800 e già nel 1909 con Madison Grant si prospettava la superiorità della razza nordica e la sterilizzazione di 60.000 persone in California. Da questa data è tutto un crescendo di teorie eugenetiche e per migliorare la società americana si teorizzava di eliminare i neri, gli immigrati asiatici, gli indiani, gli ispanici, gli ebrei, i poveri e i malati.
Nel 1927 in america ci fu un famoso processo in merito e questo avvenimento è stato ricordato nel processo di Norimberga del 1945 dai nazisti per giustificarsi.

Simile il discorso sull'eutanasia considerata la dolce morte oppure la buona morte dove il medico accompagna il paziente fino alla fine. I nazisti
ereditano il concetto che sono i medici a decidere. Secondo loro vi sono dei casi in cui la vita non è degna di essere vissuta e quindi per gli incurabili, per casi cronici per incapacità lavorativa, i medici potevano decidere e quindi si arrivava all' omicidio dei malati. La cosa triste è che questa pratica veniva considerata "modernità" anche se in effetti veniva abbandonata l'etica medica; molti di questi medici non sono stati processati e hanno continuato a professare le loro idee anche dopo la guerra. Per inciso dal 1939 si comincia cosi ad uccidere con il monossido di carbonio e poi a cremare le persone.
Si arriva ai nostri giorni dove vige la sperimentazione, solo che con l'esperienza precedente si stabiliscono alcune regole: per gli esperimenti
umani ci deve essere il consenso dell'interessato, dare le informazioni sul procedimento e rispettare la persona Bisogna considerare che queste regole sono derivate proprio dal processo di Norimberga del 1945 chiamate Codice di Norimberga poi migliorate nel 1979 nel Rapporto
Belmont.
Questi sono solo alcuni degli spunti di cui si è parlato in occasione della tavola rotonda ma molto si deve ancora dire su questi avvenimenti e
soprattutto bisogna ribadire che: il concetto di razza genetica non esiste.

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