A Via dei Giubbonari - per non dimenticare

StoriaA Via dei Giubbonari - per non dimenticare

di Aldo Astrologo

Si è svolta lunedì mattina 8 Aprile una semplice e suggestiva commemorazione in una via al centro di Roma. Più esattamente a via dei Giubbonari 30, nell’androne di un vecchio palazzo.

L’opera pia Stabilimenti Spagnoli in Italia ha voluto onorare alcuni suoi affittuari vittime della guerra, della Shoah e del razzismo. A distanza di più di 70 anni è stata posta una targa dove si ricordavano i seguenti deportati: David Limentani, ucciso alle Fosse Ardeatine, Angelo Tagliacozzo, deportato nel 1944 ad Auschwitz e ucciso a Dachau, Settimio Limentani deportato ad Auschwitz nel 1944 e sopravvissuto; Angelo Limentani, deportato nel 1944 ad Auschwitz ed ucciso nella “marcia della morte” del 1945 ed infine Sami Modiano, arrestato a Rodi, portato ad Auschwitz, sopravvissuto ed abitante a via dei Giubbonari per un periodo.

La frase finale della targa recita: “La obra pia – stabilimenti spagnoli in Italia non vi dimenticherà mai.”

Come non dimenticheranno le persone presenti a questa significativa cerimonia. Vogliamo ricordare che sono intervenuti: Ruth Dureghello, presidente della comunità ebraica di Roma, la presidente del 1 municipio, Sabrina Alfonsi, l’addetto culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia, Ion De La Riva e altre personalità.

Nei vari discorsi e testimonianze desidero rilevare la sincera disponibilità e l’inusuale dichiarazione dei rappresentanti spagnoli che hanno chiesto scusa per non aver saputo difendere i loro coinquilini e hanno inoltrato una richiesta  di perdono. A questo ha risposto Sami Modiano, commuovendoci tutti, nel ripercorrere la sua storia, la sua esperienza nel lager, il suo lungo cammino con Settimio Limentani e il suo arrivo a Roma. Molte persone avevano le lacrime agli occhi ed è stato ancora più commovente quando ha detto che accettava il perdono “perché nessuno finora glielo aveva chiesto”.

Gli astanti erano in maggioranza parenti che conoscevano i fatti o giovani che si sono resi conto di quanto vale la parola dei sopravvissuti, testimoni di tragedie che non devono essere dimenticate  e che non si devono ripetere in futuro.

Una giornata che dovrebbe essere di monito e nello stesso tempo di giusto ringraziamento per chi l’ha voluta.

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