StoriaPiero Terracina: "Odio sì, ma giustizia, non vendetta"
di Aldo Astrologo
La mattina di venerdi scorso davanti l'abitazione di Piero Terracina vi era un nutrito gruppo di persone per ricordare il giorno della memoria e la posa delle pietre di inciampo riguardo la sua famiglia. Presenti le autorità del quartiere e alcune scolaresche oltre gli amici e un pubblico vario. Si è trattato di una cerimonia semplice e a tratti commovente quando Piero ha ricordato la sua infanzia e alcuni episodi di quel periodo.
Nell'arco dei discorsi si sono trattati vari argomenti, dalla situazione dell'ultima guerra ai momenti attuali, cercando di mostrare ai giovani le realtà
in cui viviamo e prospettando un futuro in cui saranno loro, i giovani, a dover ricordare quei tragici fatti affinché non accadano più.
Hanno parlato i rappresentanti civili, i rappresentanti della comunità ebraica di Roma, i rappresentanti delle scuole e infine anche Piero. Dopo
aver fatto un breve resoconto di come si viveva allora Piero ha risposto alle domande scritte dei bambini. Tra le varie questioni due sono state le
domande e le risposte forse più toccanti: la prima se, dopo questi tragici avvenimenti, avesse perso la fede e la seconda se provasse verso i carnefici
odio e vendetta. La risposta è stata che la fede non l'ha perduta ma anzi è stata rafforzata perché quando è stato cacciato dalla scuola statale ha trovato nuovi amici nella scuola ebraica e sono stati questi amici che quando è tornato da Auschiwitz, senza più nessuno, l'hanno aiutato ad andare avanti "altrimenti non ce l'avrei fatta".
Per quanto riguarda l'odio confessa di averne ma nello stesso tempo reputa che la vendetta sarebbe come mettersi sullo stesso piano degli
assassini, quindi vorrebbe giustizia e che i colpevoli pagassero.
Speriamo che i bambini e i ragazzi del liceo abbiano ben recepito il significato dell'avvenimento.
Alla fine i piccoli hanno regalato a Piero alcuni disegni fatti da loro che esprimevano una chiara solidarietà e compartecipazione.
Shalom
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