Storia"La grande retata" a Torino

di Alessandra Boga

Ad un antisemitismo sempre presente ed agguerrito (come ha dimostrato l’attentato di Parigi al supermercato kosher il 9 gennaio), la città di Torino ha deciso di reagire con una mostra che ricordi le sofferenze degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale e in particolare la storia del ghetto polacco di Lodz (che era in precedenza una città multiculturale), creato dai nazisti nel 1940 e uno dei più popolosi al mondo con 3, 5 milioni di abitanti. La mostra, intitolata “La grande retata”, viene ospitata dal 12 al 28 gennaio presso la Regione Piemonte ed è costituita da 26 pannelli con documenti e fotografie scattate dal 1939 all'agosto 1944. La parola “retata” in polacco si traduce szpera” ed indica il divieto imposto agli ebrei di uscire di casa. In questo modo era più facile per i nazisti prelevare e deportare i bambini minori di 10 anni e gli anziani al di sopra dei 65 anni (gli altri dovevano lavorare assai duramente).

Ha spiegato l'assessore ai Diritti Civili Monica Cerutti: “La rassegna era in programma per la Giornata della Memoria, ma assume un significato più ampio alla luce di quanto accaduto a Parigi. La nostra azione è mirata a educare i cittadini al rispetto delle differenze, il contrario di ciò che avviene quando le differenze diventano spinta verso l'odio". "E' importante - ha aggiunto l’assessore - che le istituzioni organizzino momenti come questo. Parigi ci ha toccati tutti da vicino. In queste ore è bene ricordare che non esistono stragi di serie A e di serie B. Fatti altrettanto gravi avvengono oggi in altre aree del mondo".

La mostra è ad ingresso libero ed è visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 19.

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