Germania, ritrovato l'originale documento della

StoriaGermania, ritrovato l'originale documento della "soluzione finale" di Hitler: un'altra prova della Shoà

di Alessandra Boga

 

A pochi giorni dalla Giornata della Memoria del 27 gennaio, che ricorda quando, nel 1945, l’Armata Rossa aprì i cancelli di Auschwitz e scoprì gli orrori del più famigerato campo di concentramento nazista, emerge che in Germania esiste ancora l’originale del documento in cui Hitler disponeva la “soluzione finale” ai danni degli ebrei ("die Endloesung der Judenfrage"). La prova provata della Shoà.

Si tratta di un protocollo di 15 pagine, scritto da Adolf Eichmann, elaborato il 20 gennaio del 1942 durante una riunione segreta, da parte di alti ufficiali delle SS comandate da Heinrich Himmler e dai vertici del Partito nazista, trovato casualmente dagli Americani dopo la sconfitta tedesca. In seguito fu da loro consegnato ai giudici del processo di Norimberga contro i gerarchi nazisti.

Il documento era stato scritto in trenta copie. Quando i nazisti capirono che il regime era alla fine, le distrussero tutte, insieme alle migliaia di carte che provavano i loro crimini contro l’umanità. Tutte le copie tranne una: la numero 16. Scoperta da un funzionario del ministero degli Esteri (Auswaertiges Amt), tale Martin Luther, convinto nazista ma ostile al ministro Joachim von Ribbentrop, nella speranza di danneggiare quest’ultimo, decise di conservare il documento. Tuttavia venne scoperto da SS e Gestapo ed internato in un campo di concentramento. Stranamente però nessuno distrusse in seguito quelle pagine, che rimasero negli archivi del ministero.

Anni dopo, capitolato in nazismo e finita la guerra, sarebbero state fotocopiate e usate come documento nei testi storici e scolastici tedeschi. Si pensava che l’originale non esistesse più, invece non è così. E’ stato pubblicato da Weltonline, sito del quotidiano vicino alla Cancelliera Angela Merkel e ora è a disposizione di quanti lo vogliono consultare, soprattutto di studenti.

Il protocollo, finalmente e definitivamente, non è più “"Geheime Reichsache!", “top secret del Reich!”, come diceva un timbro rosso posto su di esso all’epoca, ed è lì per fare ricordare cosa sia stata la Shoà e per sbugiardare chi la nega.

 

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