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CinemaLa "moderata" Giordania è più antisemita della wahabita Arabia

di Alessandra Boga

Giorni fa il canale saudita MBC2 ha coraggiosamente trasmesso il film Premio Oscar “Il Pianista” di Roman Polanski, ambientato durante l’Olocausto. Ciò ha fatto irritare il giornale giordano Ammon News, il cui direttore e critico Amer Gharaibeh ha attaccato l’iniziativa tacciandola di corrispondere ad un “progetto ebraico” e di non descrivere “accuratamente” l’Olocausto. Infatti il film “enfatizza” il massacro degli ebrei, portando gli spettatori e “il mondo” all’empatia con loro. In particolare una scena in cui si vedono i soldati tedeschi sparare alla cieca su di essi, è giudicata da Ghraibeh “irrealistica” e “non necessaria”.

Questo è l’ennesimo esempio di come agli antisemiti faccia comodo non vedere, non sentire e non sapere una dolorosa verità storica, preferibilmente nascondendola dietro ai “poveri palestinesi” e alla loro causa. Non è da “veri arabi” e “da veri musulmani“ fare il contrario, afferma il direttore di Ammon News: “L’esposizione a film come questo e ad altre cause”, egli scrive in una nota, “nuoce al mondo arabo e islamico e promuove altri elementi”.

In realtà è esattamente il contrario: portando il pubblico arabo e musulmano a conoscere la Shoah e a solidarizzare con gli ebrei, la trasmissione de “Il Pianista” da parte del canale saudita è una goccia nel mare della speranza di pace tra musulmani, ebrei e cristiani, tra israeliani, arabi e palestinesi (posto che essi sono stati creati a tavolino dagli arabi, per usarli contro Israele); è una dimostrazione che gli arabi e i musulmani non sono tutti uguali, neanche in Arabia Saudita e che non tutti gli arabi e i musulmani negano una verità storica e che non tutti gli arabi e musulmani odiano gli ebrei (e neanche Israele?). Purtroppo però questa vicenda dimostra anche che in un Paese considerato “moderato” come la Giordania (in cui la maggioranza della popolazione è di origine palestinese), l’antisemitismo è duro a morire, e fa sorgere pure il dubbio che lo sia ancora di più che in Arabia Saudita, dove regna lo wahabismo.

Ora il Governo giordano ha finalmente deciso di bandire l’Islamic Action Front (IAF), braccio politico dei Fratelli musulmani (ed ogni altra formazione politica su base religiosa) e vedremo che succederà. Ma c’è da scommettere che i Fratelli faranno di tutto per non perdere e magari approfondire consensi tra la popolazione. Anche in termini di propaganda antisemita e contro Israele in particolare.

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