Nasce un sito archivio delle opere teatrali prodotte durante la Shoà

ArteNasce un sito archivio delle opere teatrali prodotte durante la Shoà

di Alessandra Boga

È stato lanciato recentemente un sito Internet che ha come unico tema il Teatro durante il periodo della Shoà. E’ un sito in lingua inglese che ha per titolo “The Holocaust Theater Online Collection” e vuole raccogliere proprio le decine di opere teatrali prodotte sulla Shoah oltre al migliaio, circa, di drammi realizzati nei ghetti e nei campi di concentramento. Con la supervisione del ricercatore ed esperto di teatro ebraico Moti Sandak, del preside del Tel Aviv University Theater, il prof. David Alexander, e delle scrittrici Nava Semel e Michal Govrin, 10 addetti stanno ora lavorando per il completamento del sito, che porterà alla luce anche opere mai prodotte, ma conservate negli archivi. I visitatori potranno leggere le sinopsi di ogni opera, conoscerne il background storico, prendere visione dei documenti d’archivio relativi ad uno specifico dramma ed anche stampare alcuni copioni.

Lo scopo del sito è dimostrare che i nazisti, nonostante tutto, non hanno potuto annientare “lo spirito creativo umano” e che durante la Shoah non c'è stato soltanto dolore e traumi in quanto tali, ma è stata anche prodotta cultura, come ha spiegato a Haaretz Moti Sandak. In mezzo a tutta quella sofferenza, alla disperazione e alla morte, sono sorti teatri e realizzate opere teatrali, sono stati rappresentati drammi di Shakespeare e Shalom Aleichem e numerose altre opere sono andate in scena nei ghetti di Varsavia, di Lodz e persino ad Auschwitz. “Durante le prime settimane di esistenza dei campi, nelle ore serali, nonostante il coprifuoco - racconta il Dott. Margalit Shlain, uno dei consulenti del progetto - fu creata una commissione composta da attori il cui progetto più ambizioso fu quello di rappresentare il Requiem di Verdi”.

L’iniziativa di “The Holocaust Theater Online Collection” è sostenuta anche dallo Yad Vashem (che ha tenuto una conferenza a riguardo il mese scorso) e da numerose organizzazioni internazionali come l’UNESCO, il Museo Americano dell’Olocausto e la Claims Conference. “Invece di concentrarci sul dolore e sui traumi, cerchiamo questi preziosi tesori.” Spiega Shlain. I nazisti hanno sterminato sei milioni di ebrei, ma non hanno ucciso la loro creatività.

 

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