La nipote del confidente di Arafat si converte al cristianesimo e difende Israele

CuriositàLa nipote del confidente di Arafat si converte al cristianesimo e difende Israele

di Alessandra Boga

Non c’è bisogno di essere ebrei per difendere Israele né di provenire da una famiglia sionista. Lo dimostra una storia raccontata da Times of Israel: quella di Sandra Solomon, 38 anni, nipote di Saher Habash, che è stato uno dei fondatori del partito palestinese Al Fatah, molto amico e anlzche confidente di Yasser Arafat in persona nonché tra i  leader della Seconda Intifada. Sandra è nata musulmana a Ramallah, roccaforte del partito, ed è cresciuta in Arabia Saudita, poi si è trasferita in Canada e lì è avvenuta la svolta: si è convertita al cristianesimo. Si tratta di una conversione che, come ha detto Sandra stessa in un’intervista rilasciata mercoledì scorso ad un’emittente israeliana, “non è avvenuta dal giorno alla notte” e sulla quale ha inciso molto l’aver vissuto nella culla dell’Islam, dove regna anche oggi il wahabismo. La giovane donna ha affermato che la ragione principale per cui ha lasciato la religione islamica è stata l’imposizione dell’hijab, il famoso velo, ed anche la costrizione a vivere sotto la shar’ia, la legge islamica. Con il cristianesimo è arrivato pian piano pure l’amore per Israele, che ora sostiene pubblicamente: durante l’intervista aveva la kefiya bianca e nera, palestinese, attorno al collo, ma ha mostrato di avere, sempre sul collo, anche il tatuaggio di una Stella di David e, sotto la nuca, quello della scritta “Israel”. Inoltre si è fatta tatuare il nome di Gesù in ebraico e sotto tre menorot (lampade a sette bracci, uno dei simboli principali dell'Ebraismo) . Non male per una persona che, come lei stessa ha ammesso,  è “cresciuta in una casa che odiava gli ebrei, osannava Hitler e  l’Olocausto”,  o più precisamente la Shoà. Sandra, invece, spera che un giorno lo Stato ebraico la perdonerà per gli insulti e la demonizzazione che gli israleiani hanno subito dalla sua famiglia e da coloro che le stavano attorno, e dice persino: “Sogno, un giorno, di andare in Israele, alzare la bandiera e salutarla”, aggiungendo che “lo Stato di Israele è stato creato per restare e non per essere cancellato”. Per queste sue posizioni, Sandra è stata ripudiata e denunciata dalla sua famiglia e sa che se suo zio fosse vivo l'avrebbe magari perfino condannata a morte, come hanno fatto altri musulmani e palestinesi, ma questa donna coraggiosa afferma: “Continuerò a dire la verità anche se dovesse portare alla mia morte, un giorno. Almeno saprò di aver avuto l’onore di morire per la verità”.

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