Danimarca e Francia dopo i recenti attacchi contro gli ebrei

CronacaDanimarca e Francia dopo i recenti attacchi contro gli ebrei

di Alessandra Boga

A seguito dell’attentato del 14 febbraio contro la sinagoga di Copenhagen, dove è rimasto vittima un giovane di 37 anni e la profanazione, avvenuta il giorno successivo, di centinaia di tombe in un cimitero ebraico a Sarre-Union, nel sud dell’Alsazia francese, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito l’invito già rivolto agli ebrei europei di lasciare l’antisemitismo del Vecchio Continente per emigrare in Israele, che è “la vostra casa”, ha detto.

Gli rispondono il primo ministro danese Helle Thorning-Schmidt, il presidente e il primo ministro francesi François Hollande e Manuel Valls. Thorning-Schmidt ha dichiarato: “Desidero dire questa sera a tutti gli ebrei danesi: voi non siete soli". "La comunità ebraica è stata in questo Paese per secoli, appartiene alla Danimarca, è parte della comunità danese e non sarebbe lo stesso senza la comunità ebraica in Danimarca", ha aggiunto.

Dello stesso tenore (ma più decise) le affermazioni di Hollande e di Valls. "Gli ebrei hanno il loro posto in Europa, e in particolare in Francia", che ha per loro "una grande considerazione", ha detto il capo di Stato francese; mentre il primo ministro ha affermato con forza: “La Francia non vuole che partiate, perché la Francia è ferita come voi. Il nostro paese – ha continuato Valls – vi dice una volta di più il suo amore, il suo sostegno e la sua solidarietà”. Poi ha attaccato Netanyahu: “Essere in campagna elettorale – ha detto – non vuol dire che ci si può autorizzare qualsiasi dichiarazione. Il posto degli ebrei francesi è in Francia”. 

Per il premier della Répubique “l’unità deve essere la nostra forza per combattere l’islamofascismo”. E’ la prima volta che usa un’espressione così dura per definire l’integralismo islamico. “Ci vuole una rottura – ha tuonato - bisogna che l’Islam di Francia assuma totalmente le sue responsabilità. D’altra parte è quello che chiede l’immensa maggioranza dei nostri compatrioti musulmani”. 

Nel paese vivono tra 500mila e 600mila cittadini ebrei. Quella ebraica francese è la terza comunità del mondo dopo quella israeliana ed americana, ma a causa della crisi economica e soprattutto dell’aumento dell’antisemitismo nel 2014 7mila ebrei hanno deciso di lasciare il paese per fare l’alyah, l’emigrazione nella terra promessa. Nel 2013 erano stati appena la metà a farlo.

Parzialmente diversa è stata la reazione della maggior parte degli ebrei danesi, che, tramite il portavoce della loro comunità Jeppe Juhl, hanno risposto un educato “no” all’offerta del primo ministro israeliano Netanyahu: “Siamo molto grati a Netanyahu per la sua preoccupazione, ma noi siamo ebrei danesi, quindi siamo danesi, non vogliamo che il terrore ci spinga a scappare in Israele, hanno detto.”

ll rabbino capo della Danimarca, Jair Melchior, si è espresso in modo ancora più netto: "Noi non abbiamo paura, non lasceremo che i terroristi vengano a cambiare la nostra vita quotidiana, ci facciano vivere nella paura e ci facciano scappare". Chi pensa di emigrare deve farlo per convinzione, "non perché ha paura di vivere in Danimarca". Così hanno fatto i suoi genitori e il rabbino non esclude di fare lo stesso, "ma certamente non ora", ha detto "Questo non è il momento. Ora è tempo di rafforzare le nostre comunità nel mondo. Perché gli ebrei possono e devono vivere ovunque si trovino".

Tuttavia c’è anche chi ammette effettivamente di avere dei timori. Come Barak Tzfanya, della comunità ebraica di Copenhagen: “In questi ultimi due anni ho scritto lettere su lettere per spiegare a tutti che noi ebrei non ci sentiamo al sicuro, che abbiamo paura e che certi comportamenti e certe parole portano odio”. “Mi hanno risposto cose come: non abbiamo segnali preoccupanti, un attentato è solo ipotetico. Oppure: grazie, prendiamo nota. Sono anche andato alla polizia di persona dopo l’attacco alla scuola dei nostri bambini, l’estate scorsa. E ancora una volta hanno sottovalutato quello che dicevo. ‘Passeremo spesso a fare controlli’, hanno promesso. Adesso forse hanno capito tutti che il mio non era allarmismo … “.
 

0 commenti 

Inserisci un commento 

*Per inserire un commento devi specificare il tuo nome e cognome ed il testo del commento.
Non e' possibile inserire link a siti web o indirizzi e-mail. Qualsiasi tag HTML verra' rimosso dal sistema. Qualsiasi termine ritenuto non adatto rendera' impossibile l'invio del commento.