I mondi di Primo Levi a Torino

CronacaI mondi di Primo Levi a Torino

di Alessandra Boga

Giovedì 22 gennaio è stata inaugurata al Palazzo Madama di Torino la mostra “I mondi di Primo Levi - Una strenua chiarezza", promossa dal Centro Primo Levi per celebrare l’illustre scrittore e poeta torinese in occasione del 70° anniversario della liberazione di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945 grazie all’Armata Rossa ( la prossima Giornata della Memoria, proclamata per ricordare quell’evento, sarà martedì). La mostra rimarrà aperta fino al 6 aprile.

Non è stata priva di polemiche, poiché il sovrintendente ai Beni Architettonici di Torino Luca Rinaldi avrebbe voluto vietare l’esposizione del vagone F 167 837F 167 837, analogo a quello in cui Primo Levi venne trasportato ad Auschwitz (messo a disposizione dal Museo Ferroviario Piemontese), definendo tale vagone un “baraccone” che avrebbe contrastato con il “senso estetico” di Piazza Castello, dove è situato Palazzo Madama. In particolare Rinaldi considerava una “pagliacciata” tenerlo davanti all’edificio per tre mesi e aveva concesso agli organizzatori della mostra due settimane per utilizzare la piazza, dopodiché il vagone sarebbe stato rimosso.

Tuttavia le proteste di numerosi cittadini torinesi, che hanno scritto e inviato una petizione alle autorità cittadine competenti, alla fine hanno sortito l’effetto sperato: il vagone rimarrà davanti a Palazzo Madama per tutta la durata della mostra. Il primo ad esprimersi a favore, è stato il sindaco del capoluogo piemontese, Piero Fassino: “Non intendo fare polemiche” – ha detto – ma quello che il dottor Rinaldi definisce 'baraccone' è il simbolo di quei treni piombati che hanno portato a morire 6 milioni di persone e viene esposto, per il periodo della mostra dedicata a Primo Levi, per ricordare a tutti quel terribile sterminio. Mi auguro che il Sovraintendente riveda la sua posizione". Più forte l’affermazione del ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini: “Non c'è nemmeno bisogno di dirlo: il significato simbolico e morale della presenza in piazza Castello a Torino di un vagone piombato a memoria della deportazione nei lager nazisti e del viaggio di Primo Levi è superiore mille volte a qualsiasi valutazione burocratica".

 

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