Giorno della Memoria: l'indignazione di stampo negazionista di una mamma musulmana italiana

CronacaGiorno della Memoria: l'indignazione di stampo negazionista di una mamma musulmana italiana

di Alessandra Boga

E’ trascorsa la Giornata della Memoria, il 69° anniversario dell’apertura dei cancelli di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa e della scoperta degli orrori nazifascisti. Purtroppo sappiamo che è stata preceduta da tre atti di antisemitismo a Roma e lo stesso 27 gennaio è stata trovata disegnata una svastica con alcune scritte offensive davanti alla scuola ebraica di Milano. Ignoti i responsabili.

Questi non sono però gli unici episodi negativi che hanno contrassegnato la triste ricorrenza. A Marghera, in provincia di Venezia, Silvia Olivetti, una donna italiana convertita all’islam nota soprattutto sul web e fondatrice tra l’altro del “Movimento per il Diritto delle Donne Musulmane in Italia”, ha protestato perché nella scuola elementare di suo figlio, la multietnica “Grimani”, gli insegnanti avevano invitato gli alunni ad indossare la Stella di David come una delle iniziative didattiche per ricordare la Shoah.

Gli insegnanti affermano che i bambini erano stati appunto “invitati” a portare la stella, non obbligati. Tuttavia la Olivietti, pur ammettendo in prima battuta questo fatto, ha vissuto tutto ciò come un obbligo per suo figlio, vedendolo uscire da scuola con il simbolo delle persecuzioni naziste appuntato al petto. “Questa per me è una forma di violenza”, ha detto; ma non una violenza che è stata fatta agli ebrei a suo tempo, bensì ai non ebrei, ovviamente ai musulmani in primis: “È vietato indossare il velo islamico a scuola o al lavoro” (eccola qua la libera cittadina italiana convertita all’islam, che torna sulla questione del velo), “ma è obbligatorio indossare la stella di David il giorno della memoria. Massimo rispetto per una tragedia indicibile, costata la vita a 5 milioni di esseri umani”, in realtà più di 6 milioni, “Ma per ricordarla e dolermene non devo per forza uscire con la stella gialla sul cappotto o con la kippah”, ha affermato. Poi ha aggiunto, pungente: “Forse esiste un giorno della memoria con mezze lune rosse sui giacconi anche per ricordare i milioni di musulmani morti? Mi sembra ci sia stata, da parte della scuola, una certa mancanza di sensibilità. A Marghera è presente anche una piccola comunità di palestinesi e spero che non si siano anche loro trovati nelle condizioni di dover portare a casa un simbolo che, almeno per loro, significa ben altro. Lo ripeto: massimo rispetto per i cinque milioni di morti, ma preferisco che i miei figli, così come noi a casa, si dispiacciano con islamico e rispettoso contegno”.

Purtroppo l’antisemitismo e il luogo comune del paragone tra la Shoah e la situazione dei Palestinesi, non muoiono mai. Se però vogliamo trovare qualcosa di buono nel discorso della Olivietti, è che ha involontariamente paragonato la stella gialla che erano costretti a portare gli ebrei, al velo cosiddetto “islamico”. Che in fondo in fondo, lo consideri anche lei un segno di violenza e discriminazione verso la donna?

1 commento 

  • da Mara Marantonio La signora si è lasciata andare, tra uno slogan palestinista e l'altro, ad un lapsus di puro stampo freudiano

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