Calo di scritte antisemite e lettere diffamatorie in Francia

CronacaCalo di scritte antisemite e lettere diffamatorie in Francia

di Alessandra Boga

Secondo uno studio pubblicato in occasione della Giornata della Memoria il 27 gennaio, nel 2011 l’antisemitismo in Francia è calato del 16,5 %. Si parla di 389 casi contro 466 nel 2010: benché sia comunque una cifra elevata, si tratta del più basso tasso di antisemitismo nel Paese degli ultimi dieci anni.
 

Ad essere presi in considerazione sono stati soprattutto i graffiti antiebraici sui muri e le lettere diffamatorie, che per il 50%, compaiono nella capitale Parigi.

Christophe Bigot, ambasciatore francese in Israele, ha dichiarato in una conferenza stampa lunedì scorso, che la République ha fatto un grande sforzo per debellare il fenomeno, attraverso le unità di polizia e gli educatori. Bigot ammette però che ancora molto lavoro deve essere fatto.

A tale proposito è stata lanciata una campagna in questi ultimi anni: nel 2003 è passata una legge che impone dure pene per i colpevoli di atti razzistici o prettamente antisemiti e nel 2004 è stata approvata una norma per aumentare la sicurezza per le istituzioni religiose e culturali ebraiche. Una parte cospicua del lavoro è portato avanti, in questo campo, dal ministero francese dell’educazione, con la collaborazione del Museo dell’Olocausto a Parigi.

Ricordiamo che negli Anni Ottanta la Francia è stato uno dei Paesi europei più colpiti da attentati terroristici a sfondo anti-semita/anti-sionista. Nel 2004 l’ex primo ministro israeliano Ariel Sharon, preoccupato per la situazione, esortò gli ebrei francesi (circa 600.000 persone) ad emigrare al più presto in Israele, dove sarebbero stati al sicuro. Nel 2005 più di 500 attacchi anti-semiti ebbero luogo ed era già un fenomeno in calo. Tuttavia il culmine delle violenze si raggiunse nel 2006 con il rapimento, la tortura e la barbara uccisione del 23enne Ilan Halimi da parte di una banda della banlieue parigina (che aveva già tentato di ricattare e rapire altri ebrei). Ilan è stato il primo in Europa, dalla fine della seconda guerra mondiale, ad essere ucciso solo perché ebreo.

Successivamente, tra il 2006 e il 2008 si è verificata un’onda migratoria di ebrei che hanno deciso di abbandonare il suolo natìo per rifugiarsi in Israele.
 
 

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