La premier britannica Theresa May: “Senza ebrei, la Gran Bretagna non sarebbe la Gran Bretagna”

AttualitàLa premier britannica Theresa May: “Senza ebrei, la Gran Bretagna non sarebbe la Gran Bretagna”

di Alessandra Boga

In occasione di Pesach,  la premier britannica Theresa May (a destra nella foto, ndr) ha fatto i suoi auguri agli ebrei inglesi annunciando che verrà istituto vicino al Parlamento, “il cuore della nostra democrazia”, un Centro Nazionale della Shoah, poiché “evidenziare ciò che è accaduto aiuta a combattere l’antisemitismo. E nel ricordare l’Olocausto, intendiamo riaffermare il nostro impegno nazionale per la lotta contro il razzismo e intendiamo difendere il diritto e la libertà degli ebrei di praticare la propria religione ‘senza paura’ e senza ansia”. La May ha anche affermato che “La comunità ebraica è stata di enorme contributo nel Regno Unito e si è distinta al meglio in ogni campo e, senza alcun dubbio, ha contribuito in modo determinante a far crescere e prosperare il Paese. Anzi è corretto dire ‘che senza ebrei, la Gran Bretagna  non sarebbe la Gran Bretagna’ “. Un concetto espresso più volte dalla prima ministra, che lo scorso anno aveva dichiarato: “voglio parlare direttamente ad ogni famiglia ebrea nel Regno Unito, per assicurarvi sulla mia determinazione personale nel fare tutto il possibile per mantenervi al sicuro e per liberare questo flagello di odio dall’anima del nostro paese. So che la lotta contro i pregiudizi e contro l’ideologia estremista che alberga nel cuore dell’antisemitismo fa parte delle cose buone che il mio governo può fare”. Aveva anche parlato della necessità di conoscere una definizione univoca di antisemitismo e non solo in Inghilterra ma in tutta Europa. “Grazie a questa nuova definizione – aveva detto Theresa May -  possiamo stabilire inequivocabilmente che criticare il governo di Israele non possa mai costituire una giustificazione per l’odio contro il popolo ebraico, non più di quanto criticare il governo britannico possa essere una scusa per l’odio contro il popolo britannico”.

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