Strumentalizzazione di una tragedia per reiterare le solite accuse

AttualitàStrumentalizzazione di una tragedia per reiterare le solite accuse

di Alessandra Boga

 

Un giornalista egiziano mi ha accusato di essere il mandante dell’omicidio di Giulio Regeni, un apostata e una spia di Israele”

A scriverlo è Magdi Allam in un articolo sul “Giornale”, con cui collabora. Si tratta di un’accusa ridicola e allarmante al tempo stesso: prima di tutto perché nella tarda serata di Domenica 14 febbraio è stata pubblicata, con tanto di foto grande del giornalista di origine egiziana, come notizia di apertura sul sito del settimanale “El Fagr”, che si presenta come laico e liberale; poi perché questo sito è seguito da circa 500 mila persone egiziane e di lingua araba, che potrebbero sentirsi legittimate ad uccidere nel nome dell’islam un personaggio come Magdi Cristiano Allam è descritto dal suo accusatore, Mohammed El Gheit, conduttore di un programma traducibile in italiano con il termine “Sveglia”, trasmesso dalla televisione satellitare Ltc.

All’indomani dei funerali del povero Giulio Regeni, El-Gheit ha dichiarato in diretta televisiva che Magdi Allam, che è nato ed è vissuto in Egitto, sarebbe una “spia segreta di Israele”, per conto del quale “istigherebbe il mondo contro il suo Paese d’origine” dopo l’omicidio del giovane ricercatore italiano, mentre in realtà dietro il delitto ci sarebbe proprio Allam; El-Gheit ha raccontato che dopo essere partito per l’Italia, Magdi avrebbe voluto lavorare nel giornalismo senza riuscirci (sic !); si è scagliato contro la sua decisione di abbandonare l’islam per il cattolicesimo facendosi battezzare da Benedetto XVI, con successivo annuncio di abbandonare anche il cattolicesimo; ha parlato di una sua “adesione agli atei o ai comunisti” per interessi materiali – avrebbe iniziato pure a scrivere sul quotidiano “L’Unità” –, e sempre per meri interessi materiali, a suo avviso, ha scritto il libro “Viva Israele”, dopo aver sposato – ha proseguito El-Gheit - “prima un'ebrea e poi un'israeliana” – “io ovviamente distinguo tra gli ebrei e gli israeliani sionisti”, ha tenuto a precisare –.

Ebbene, Magdi Cristiano Allam ha sporto denuncia, ma questo contro di lui è solo l’ennesimo rilancio delle accuse di apostasia e per la sua amicizia con Israele, a causa delle quali è minacciato di morte da anni, al punto da essere costretto a vivere sotto scorta: era nel mirino degli estremisti islamici anche quando era musulmano “moderato” e credeva nell’ “islam moderato”, prima di diventare cristiano. In più stavolta c’è l’infame accusa di essere il mandante dell’omicidio di Giulio Regeni, scomparso al Cairo il 25 gennaio – giorno del quinto anniversario della rivoluzione che determinò la fine del regime di Hosni Mubarak – e ritrovato morto sotto tortura in un fosso sulla strada per Alessandria il 3 febbraio. Un modo come un altro, in fondo, per accusare Israele – ed in particolare un amico dello Stato ebraico – di un fatto di sangue, del quale guarda caso è sospettata numero uno la polizia di un Paese arabo.

0 commenti 

Inserisci un commento 

*Per inserire un commento devi specificare il tuo nome e cognome ed il testo del commento.
Non e' possibile inserire link a siti web o indirizzi e-mail. Qualsiasi tag HTML verra' rimosso dal sistema. Qualsiasi termine ritenuto non adatto rendera' impossibile l'invio del commento.