Lo schiaffo dell'Onu al processo di pace

AttualitàLo schiaffo dell'Onu al processo di pace

di Alessandra Boga

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che consentirà ai Paesi “osservatori non membri” di issare la propria bandiera sul Palazzo di Vetro. Uno di questi Paesi è il Vaticano (dal 1964), l’altro, dal novembre 2012, è l’Autorità Palestinese (AP). Si tratta di un’ulteriore conferma del riconoscimento di uno Stato (non ancora fondato) da parte dell’Onu, come richiesto dai palestinesi ad agosto. La risoluzione ha ottenuto 119 voti a favore su 193.

E' una cosa simbolica ma è un altro passo per solidificare le fondamenta dello Stato della Palestina nell'arena internazionale e per dare al nostro popolo una piccola speranza che la comunità internazionale sta ancora sostenendo l'indipendenza dello Stato della  Palestina", aveva detto giorni fa l’ambasciatore palestinese all’Onu, Riyad Mansour.

Un altro schiaffo diplomatico secondo Israele, che aveva definito la richiesta dei palestinesi riguardante la bandiera "un altro cinico abuso delle Nazioni Unite da parte dell'Autorità palestinese", che non riconosce lo Stato ebraico. L’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Ron Prosor, ha affermato sarcasticamente: “l’assemblea voterebbe che la Terra è piatta se venisse proposto dai palestinesi”. Contrari alla risoluzione Onu anche gli Stati Uniti, la cui ambasciatrice, Samantha Power, ha avvertito che questa mossa non servirà ad avvicinare palestinesi ed israeliani.

Favorevoli invece l’Italia, la Francia, la Svezia, la Spagna, l’Irlanda, la Slovenia, il Lussemburgo, Malta e la Polonia. Gli altri membri dell’Unione Europea hanno scelto l’astensione.

Le bandiere verranno issate entro 20 giorni e i palestinesi ritengono che ciò avverrà il 30 settembre, quando il presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) parlerà proprio all’Assemblea generale dell’Onu.

 

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