Attivista arabo israeliano e musulmano sedicenne chiede la liberazione dei tre teenager israeliani rapiti

Attualità Attivista arabo israeliano e musulmano sedicenne chiede la liberazione dei tre teenager israeliani rapiti

di Alessandra Boga

 Non è la prima volta che Mohammad Zoabi, 16 anni, di Nazareth, pubblica un video per spiegare quanto sia fiero di essere arabo, musulmano, ma anche cittadino d’Israele e addirittura un sionista che vuole la pace tra le nazioni. Questo adolescente di Nazareth, pochi giorni fa, ha anche lanciato un appello via Facebook per chiedere la liberazione di Eyal Yifrach, 19 anni, Naftali Frenkel e Gil-Ad Shaer , entrambi di 16: sono i tre ragazzi israeliani rapiti dai terroristi palestinesi venerdì 13 giugno vicino a Hebron, in Cisgiordania, mentre facevano l’autostop per tornare a casa da una scuola ebraica.

Il video di Mohammad è ancora più significativo, se si pensa che a parlare sia stato un cugino di Hanin Zoabi, una deputata araba – israeliana drusa nota per le sue posizioni fortemente anti-israeliane nonostante sieda alla Knesset, il parlamento d’Israele.

Il coraggioso sedicenne, che si esprime in arabo, in ebraico e in inglese, non ha paura di definire “terroristi” i rapitori dei ragazzi e ha chiamato i tre giovani (che da molti palestinesi, filopalestinesi e media occidentali sono considerati “coloni” perché vivono in un insediamento israeliano) “our kids, our boys”, “i nostri ragazzi” (nonostante due di loro siano suoi coetanei).

Subito dopo che il video era diventato virale, l’intera pagina del ragazzo è stata rimossa da Facebook e lui è stato vittima d’insulti e di critiche (persino da parte di sua cugina parlamentare), ma il messaggio sta continuando e deve continuare a passare sul web.

Mohammad Zoabi, con una disinvoltura e un atteggiamento estremamente maturo, quasi minaccioso, per la sua età, si è rivolto direttamente “a quei terroristi che hanno rapito i nostri ragazzi”, ammonendo:“E’ meglio che li riportiate a casa!”; e lo stesso appello ha rivolto al primo ministro israeliano Benjamin (Bibi) Netanyahu e al suo governo, che, ad avviso dell’ “altro Zoabi”, devono “svegliarsi e smettere di cooperare con i terroristi”, perché “L’Autorità Nazionale Palestinese”, il cui presidente Mahmoud Abbas è stato peraltro ufficialmente ritenuto responsabile della sorte dei ragazzi da parte di Netanyahu, “è il più grande terrorista”. “Due giorni fa”, ha continuato Mohammad, “questi tre ragazzi israeliani sono stati rapiti. Domani, potrei essere io, potrebbe essere Lei o qualsiasi altro israeliano. I nostri nemici”, ha sottolineato il ragazzo rivolgendosi ancora al “falco” Netanyahu chiamandolo semplicemente “Bibi”, “non fanno distinzioni tra arabi ed ebrei che vivono in Israele … . Per loro, siamo tutt’uno, per loro siamo tutti israeliani. E lo sa? Io sono orgoglioso di questo: io sono israeliano e rimarrò israeliano. E’ meglio che li riportiate a casa (i nostri ragazzi). Israele c’è per esistere come paese ebraico e democratico. Am Yisrael Chai (“La nazione di Israele vive”).

I commenti al video di Mohammd sono andati da frasi come “Sei completamente pazzo”, all’incitamento alla violenza: “Avrei voglia di strangolarti”, “Mi auguro che la prossima volta sia tu (ad essere rapito)”, gli ha scritto qualcuno.

Invece sua cugina, Hanin Zoabi, ha avuto la possibilità di dichiarare sarcasticamente ad Ynet: “Sono felice che la propaganda israeliana sia in un così terribile stato da aver bisogno di uno stupido ragazzo con un’identità contorta, che sente un continuo bisogno di scusarsi con i suoi padroni forti. Il desiderio d’Israele di evidenziare questo caso delirante mostra la necessità dello Stato di legittimazione, anche se proviene da una direzione discutibile”, ha concluso.

 

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