L'imam franco-maghrebino che invita a combattere l'anti-semitismo e il razzismo

AttualitàL'imam franco-maghrebino che invita a combattere l'anti-semitismo e il razzismo

di Alessandra Boga

L’imam della banlieue parigina di Dracy, Hassen Chalghoumi, già costretto a vivere sotto scorta per le minacce degli integralisti islamici dei quali un tempo aveva fatto parte, è tornato a parlare di pace con gli ebrei proprio nella città francese da dove essi venivano rastrellati prima di essere deportati ad Auschwitz dai nazisti.

Lo ha fatto attraverso un video, pubblicato il 10 febbraio sul sito MoralCourageChannel (il quale racconta le storie di persone “eroiche” che lottano contro la corruzione nella loro fede, cultura, o posto di lavoro), ribadendo le sue tesi espresse in passato contro il fanatismo islamico. Qui il video.

Per capire meglio chi sia questo imam 42enne nato a Tunisi da madre tunisina e da padre algerino, da lui definiti “religiosi ma liberali”, passiamo in rassegna alcuni avvenimenti che lo riguardano.

Nel 2006 gli hanno saccheggiato la casa, per punirlo per la sua partecipazione ad una commemorazione della Shoah.

Nel 2009 ha fondato la Conferenza degli imam, un’associazione che promuove in Francia il dialogo interreligioso e un islam aperto e rispettoso dei principi della République, sanciti nella Costituzione. Come se non bastasse, da difensore del velo integrale qual era, ne diventato un “accusatore”, subendo nuove minacce e nuove aggressioni.

Nel novembre 2012 Chalghoumi si è recato persino in Israele con altri 15 imam in visita allo Yad Vashem, il Memoriale della Shoah a Gerusalemme, e assieme a loro ha pregato sulle tombe dei bambini della scuola ebraica di Tolosa, uccisi dal fanatico islamico Mohamed Merah. Un gesto che ha suscitato proteste e polemiche sia tra i musulmani che tra gli ebrei. Dal canto suo l’imam ha spiegato: “Ho pensato a mia figlia e mi domando come si possa giustificare l'omicidio dei più piccoli. Non è possibile né in nome dell'Islam né in nome della causa palestinese”. “Noi”, ha concluso l'imam, “siamo a Gerusalemme per denunciare quel crimine e l'aberrazione di chi l'ha commesso”.

La sera del 4 febbraio 2013 ha organizzato con altri 39 imam e Marek Halter, celebre scrittore ebreo di origine polacca, un momento di preghiera comunitaria presso il Memoriale della Shoah a Dracy.

Il 1° settembre sempre dello scorso anno, in un albergo di Tunisi, è stato aggredito proprio insieme alla figlia da un fanatico islamico, quasi subito arrestato.

Per il suo attivismo a favore del dialogo, che l’ha spinto anche a collaborare con l’organizzazione ebraica Conseil Représentatif des Institutions juives de France (CRIF), i suoi detrattori lo definiscono “imam degli ebrei”.

Infine ha ammonito l’Occidente dal fidarsi della “Primavera araba” e ha persino dichiarato che l’ex presidente tunisino Ben – Ali ha salvato il Paese dalla guerra con l’Algeria.

 

0 commenti 

Inserisci un commento 

*Per inserire un commento devi specificare il tuo nome e cognome ed il testo del commento.
Non e' possibile inserire link a siti web o indirizzi e-mail. Qualsiasi tag HTML verra' rimosso dal sistema. Qualsiasi termine ritenuto non adatto rendera' impossibile l'invio del commento.