L'

AttualitàL'"affaire Bate' Din"

di Gadi Polacco

In linea con i tempi correnti è scoppiato on line l'"affaire Tribunali rabbinici" , dapprima con un post sul Rabbino Capo sefardita d'Israele 
di pieno riconoscimento dei Tribunali di Roma e Milano, riservandosi invece per pratiche provenienti da altri Tribunali di verificare caso 
per caso, poi con un post sottoscritto da alcuni Rabbini italiani che confermavano invece la volontà di avvalersi del terzo Tribunale presente 
in Italia, quello del Centro Nord.
La vicenda, non certo avvincente, ai più parrà di ben poco interesse, stante le quasi nulle probabilità di dover adire ad un Tribunale 
rabbinico, al pari della kasheruth che, tutto sommato, è un "problema" di minoranza.
Per chi però ha delle responsabilità direttive nell'ambito ebraico italiano o senta vicine queste tematiche, la questione di principio è 
invece basilare e ineludibile.
Un Tribunale non ha motivo di esistere per la gloria di chi ne è parte, ma è un'istituzione che deve essere al servizio degli iscritti alle 
Comunità che ne vogliano usufruire, al pari appunto della kasheruth: insomma, è primariamente affare nostro. Abbiamo pertanto diritto a che si faccia chiarezza presto e bene.
Uno, due, tre o quanti se ne vorranno, l'importante è che i Tribunali rabbinici italiani godano di autorevolezza e diano fiducia: siamo 
iscritti all'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e, con tutto il rispetto anche per chiunque altro, è da questa che dobbiamo ricevere 
risposta visto che in essa è anche compreso il rabbinato italiano.
Occorre appunto che ciò avvenga presto e che si realizzi bene, salvo dare un ulteriore colpo al già traballante impianto dell'ebraismo italiano.
Non si tratta di compiere ingerenze, bensì di pretendere ciò che è lecito attendersi.
L'ebraismo istituzionale italiano, pronto e prolifico nell'occuparsi ad esempio delle "dimissioni" di Ratzinger, si dedichi quindi ora alle 
priorità interne e, già che c'è, veda anche di riprendere concretamente in mano la questione,ormai da tempo in soffitta, di una kasheruth 
accessibile a tutti.

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